Scicli e Modica - Hanno compiuto la maggiore età. Sono trascorsi diciotto anni dalla prima passeggiata barocca che lo storico dell'arte Paolo Nifosì organizzò per conto del Comune di Scicli e gli anniversari, si sa, spesso servono per fare i consuntivi. Un momento di svolta a Scicli dopo i commissariamenti: l'assessore alla cultura è Piero Guccione. La stampa nazionale volge gli occhi alla cittadina barocca per capire cosa stia succedendo in questa piccola Atene.
"L'idea fu di Franco Causarano -ricorda Paolo Nifosì-, che chiese a me e al Comune di istituzionalizzare una esperienza che col Giornale di Scicli avevamo fatto varie volte: quella delle visite guidate a Scicli, a Cava Ispica, a Casmene. La novità stava nel fatto che l'itinerario si sarebbe svolto di sera. Fu un successo incredibile, restammo esterrefatti nel vedere quanta gente veniva, spesso informata grazie al semplice passaparola”.
Passa qualche anno e le passeggiate vengono "esportate" a Modica: si aprono le porte di San Giorgio, San Pietro, Santa Maria di Betlem, il Carmine, il Salvatore e il Rosario.
Sei anni dopo le passeggiate diventano un "must" anche per il capoluogo. In questi anni le chiese si sono riempite di turisti come nei matrimoni in cui sono coinvolte famiglie numerose.
Ma da chi è formato il pubblico delle passeggiate?
"E' un pubblico articolato, con una predominanza di professionisti, studenti universitari, ma a volte anche casalinghe, cittadini del luogo, coinvolti da un effetto di ritorno.
"Se tanta gente da fuori viene alle passeggiate perché io che sono di Modica, di Scicli o di Ragusa non devo conoscere i miei beni culturali?" è il ragionamento che fanno molti.
C'è un fenomeno che in questi anni si è ripetuto: il rinnovo del pubblico delle passeggiate. Accade che gli studenti universitari riscoprano brani di architettura che quando erano a scuola non avevano mai apprezzato, e poi vengono anche docenti universitari, ingegneri che su queste architetture lavorano".
Ma un ruolo, secondo Paolo Nifosì, lo hanno gli ospiti: "Accade che i residenti invitino i loro ospiti a una passeggiata per scoprire insieme angoli inediti del territorio". Ma quanto le passeggiate aiutano la promozione turistica delle città? "Tantissimo, perché rafforzano l'immagine dei luoghi. Conta ovviamente il modo in cui le informazioni vengono presentate, la qualità della storia legata ai luoghi, l'itinerario va riempito di contenuti. C'è un'esigenza diffusa di sapere di storia, vuoi per la saturazione televisiva e di eventi musicali, offerti in grande abbondanza, c'è voglia di conoscere cose vere, la polpa delle passeggiate sono la storia politica, religiosa, sociale, iconografica delle città. Ma tale storia va contestualizzata dentro la storia siciliana e italiana. Il pubblico delle passeggiate ha un'esigenza di affabulazione e di racconto. In questo, mi permetto di dire, sono stato un pioniere. Ecco, non è il manufatto l'oggetto dell'itinerario della passeggiata, ma il racconto. E' importante che i turisti vadano via con un viatico, l'immagine positiva e vitale di un territorio che hanno conosciuto grazie a un racconto sostanziato di storia e letteratura”.
Quest’ anno sono due le passeggiate che si terranno a Scicli. Paolo Nifosì sarà affiancato dal professore Uccio Barone, professore ordinario di Storia Contemporanea, preside della facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania. Nei suoi studi si è occupato del Mezzogiorno tra Ottocento e Novecento e ha rivolto particolare attenzione alla storia iblea moderna e contemporanea.
Lunedì 13 agosto, alle ore 21, passeggiata dalla chiesa del Carmine alla chiesa di Santa Maria La Nova.
Lunedì 20 agosto, sempre alle 21, passeggiata dalla chiesa Madre alla chiesa di San Bartolomeo. L'iniziativa è di Fondazione Confeserfidi, Confeserfidi 107, col patrocinio del comune di Scicli.
La formula si ripete a Modica. Nifosì e Barone terranno tre passeggiate, patrocinate dalla Fondazione Grimaldi, oltre che dal Comune. Gli appuntamenti nella città della Contea saranno il 9, il 16 e il 23 agosto. Il 9 la passeggiata si snoderà a Modica Alta, con appuntamento alle 21 a Santa Maria del Gesù, per poi passare a San Giovanni, alla chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo, e a Santa Teresa.
Il 16 appuntamento alle 21 a San Giorgio. La passeggiata prevede tappa ai Gesuiti e si concluderà a San Pietro.
Il 23 agosto appuntamento alle 21 a Santa Maria di Betlemme, per passare alla chiesa del Rosario e quindi al Carmine.
Le passeggiate rappresentano una promozione culturale di grande efficacia basata non sull’intrattenimento ma sul racconto storico, sui nessi che legano le città iblee alla Sicilia, all’Italia e all’Europa… Un’esperienza unica nel suo genere in Sicilia. E’ più facile prevedere i grandi numeri per i concerti, per le sagre; meno facile pensare ad una sete culturale per quanti fanno vacanze in area iblea. L’esperimento iniziato nel 1994 mantiene in definitiva la sua validità dopo diciotto anni coinvolgendo tanta gente di tutti i ceti sociali e con formazioni culturali le più varie. Le presenze si rinnovano ogni anno, anche attraverso il passaparola. Sono molti gli ospiti degli alberghi e delle altre strutture ricettive; ma molti sono anche i fruitori della provincia che vogliono conoscere i luoghi dove abitano non studiati nei libri di scuola, ma degni di essere compresi e conosciuti.
Il senso delle passeggiate barocche
Gli appuntamenti agostani con le passeggiate barocche di Paolo Nifosì hanno sempre visto un pubblico numeroso che spesso si è spostato da città in città per apprezzare le architetture monumentali ecclesiastiche, i palazzi, le opere di pittura, di scultura, di pittura e delle arti minori. E’ stata presentata la ricostruzione settecentesca che sempre più è diventata un fenomeno culturale di primo livello nel panorama dell’urbanistica e dell’architettura europea. E non è un caso che questi centri sono entrati a far parte della lista Unesco, come patrimonio dell’umanità.
Le storie urbane di questi centri sono molto complesse e si articolano in sedimentazioni plurisecolari, quantomeno dal Medioevo fino ai nostri giorni. La grande ricostruzione fa tesoro della cultura plurisecolare del preterremoto e nel corso del Settecento saranno realizzati progetti che possono tener testa ad architetture significative dell’Austria, della Boemia. Architetture quali il San Giorgio di Ragusa, il San Giorgio di Modica, Santa Maria Maggiore di Ispica, San Bartolomeo di Scicli, per citare solo alcune opere emblematiche che rientrano a pieno titolo nel panorama della cultura tardo barocca europea. Da Cesare Brandi a Mario Praz, dal Norberg Schulz al Blunt, dal Tobriner alla Matteucci, dallo Chastel a Fernandez, da Portoghesi alla Giuffrè da a Boscarino a Nobile sono stati valutati gli elementi più rilevanti di questa civiltà che cha coinvolto architetti, ingegneri, capimastri, stuccatori, ebanisti, marmorari, argentieri, sarti per formulare una civiltà ricca e creativamente partecipe al dibattito europeo del Settecento. Molte le maestranze indigene soprattutto tra i capimastri, ma molte anche le maestranze siciliane dagli stuccatori palermitani ai marmorari catanesi, agli orafi messinesi. La cultura formale preminente che ha dato il volto monumentale alle città iblee è prevalentemente rococò, ma non è secondaria quella riferibile al classicismo tardo barocco. Si lavorò molto utilizzando incisioni e trattati sia italiani che europei. L’attenzione alla storia architettonica e alla storia dell’arte in generale è stata integrata per Scicli dalla storia politica e dalla storia sociale con contributi puntuali del prof. Barone.
L’obiettivo conseguito è stato duplice: rafforzare l’appartenenza dei cittadini residenti nella Sicilia sud-Orientale ed arricchire le conoscenze di quanti sono stati in visita nelle nostre città durante le vacanze estive.