Scicli - Ospiti non invitati. Spettatori imbucati.
Sabato pomeriggio in via Mormina Penna si respira l’aria dell’attesa.
San Giovanni Evangelista, la chiesa che custodisce un pudico Cristo con una gonna sacerdotale ai fianchi, ospita ogni settimana la messa che suggella un matrimonio.
Così sabato pomeriggio, all’appuntamento col lancio del riso e i colpi di moschetteria che da qualche anno arricchiscono l’uscita degli sposi dalla chiesa, ad alcuni visitatori è accaduto di imbucarsi nell’applauso liberatorio che parte alla vista degli innamorati finalmente uniti nella promessa eterna.
Fra questi, mimetizzato dalla barba leggermente incolta e da un paio di occhiali da sole, Beppe Severgnini, giornalista del Corriere e dell'International New York Times, allievo di Montanelli, scrittore, conduttore di trasmissioni televisive di successo in Italia, Inghilterra e Usa, docente alla Bocconi, Officer of the British Empire su nomina di Elisabetta II d’Inghilterra. E anche autore di un libro profetico sull'albergo diffuso.
Insieme alla dolcissima Ortensia - “quando ci sposammo trenta anni fa lei non volle mettere il velo”- Severgnini ha conosciuto il modello di crescita culturale e turistica di Scicli lungo un percorso che da via Mormina Penna lo ha portato a palazzo Beneventano e nella cava di San Bartolomeo.
La promessa di un ritorno, per capire di più di questa città incredibile e stupefacente, dove con la cultura, grazie all’apertura dei siti di interesse architettonico, si mangia.
Checchè ne dica Giulio Tremonti.