Vittoria - Sono trascorsi 15 anni dalla “Strage di San Basilio”, ma la città non dimentica ancora. Nell'agguato morirono cinque persone: Angelo Mirabella, in quel momento referente della “Stidda” vittoriese, Rosario Nobile e Claudio Motta, ritenuti affiliati del clan Dominante, e due giovani del tutto estranei alla vicenda, clienti del bar, Rosario Salerno e Salvatore Ottone.
Appena lo scorso anno il Gip del Tribunale di Catania, Laura Benanti, ha emesso, su richiesta della DDA, 5 misure cautelari in carcere. Secondo il collaboratore di giustizia Carmelo Massimo Billizzi, ex boss di Cosa Nostra di Gela, la sentenza di morte fu emessa dai clan Piscopo ed Emmanuello, rivali della “Stidda” vittoriese capeggiata da Carmelo Dominante. Fu Billizzi a rivolgersi al boss di Mazzarino, Salvatore Siciliano, che mise a disposizione i killer Giuseppe Selvaggio e Claudio Calogero Cinardo. Le armi, invece, vennero fornite da Alfonso Scozzari Nel 2011, intanto, due presunti componenti del commando furono condannati all'ergastolo anche in appello: Giovanni Avvento ed Alessandro Emmanuello. Trent'anni, invece, per i collaboratori di giustizia Gianluca Gammino e Billizzi, esecutori materiali della strage. Prima ancora erano stati condannati all'ergastolo i fratelli Giovanni ed Alessandro Piscopo ed il cugino, omonimo, Alessandro Piscopo, ritenuti i mandanti, oltre che Enzo Mangione, ritenuto il basista.