Cronaca Comiso

L'albanese che si faceva chiamare Puglisi

Aveva un documento falso

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Comiso - Ha tentato di partire dall’aeroporto di Comiso con un documento falso ma è stato arrestato: si tratta di un cittadino albanese, Emljan Demaj nato a Malai (Albania),  24 anni.  Alle ore 20.45, di ieri sera, durante le operazioni di controllo documentale di frontiera, effettuato presso l’area terminal partenze dell’Aeroporto Pio La Torre di Comiso, mentre era in corso l’imbarco del volo RYANAIR FR 3074 delle ore 21.25 destinazione Londra si è presentato  un cittadino in possesso di carta d’identità italiana n. AR7055909, rilasciata dal Comune di Catania, in data 29.06.2011, riportante i dati di tale Puglisi nato a Catania e ivi residente. Il sedicente Puglisi, chiesta la sua attività lavorativa, non rispondeva. Rimaneva in silenzio, anche alle più semplici domande del tipo “dove risiede” o “come si chiama”. Nonostante l’uomo avesse anche una prenotazione ed un biglietto aereo a nome di Puglisi  per il volo di andata e di ritorno, l’attenzione degli operatori della frontiera veniva posta sul documento di identità. Sono stati effettuati controlli sul documento di riconoscimento: i poliziotti hanno riscontrato  varie alterazioni tra le quali la sigla alfa numerica della carta AR7055909, che risultava cancellata e riprodotta ad arte. Nel corso della perquisizione, all’interno del borsello che deteneva, è stato trovato un Codice Fiscale che controllato con l’apparecchiatura in dotazione e dalla visione a raggi ultravioletti  rilevava la sua falsità. Demaj ha riferito di essere entrato in Italia venerdì scorso, giorno 8 aprile  e di essere  arrivato a Brindisi e li aveva procurato il documento falso  che gli era costato mille euro. Sono in corso accertamenti su un telefono Iphone in possesso dell’uomo al fine di verificare eventuali contatti con ambienti estremisti. Al termine degli accertamenti, è stato  dichiarato in stato di arresto perché trovato in possesso di un documento falso valido per l'espatrio, reato  punibile con la reclusione da due a cinque anni. Il P.M. ha disposto che venisse portato in carcere a Ragusa.

 


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