Cultura

Caffè Moak: Non c'è chicco che scampi



Un segreto: la tostatura singola. Non c’è chicco che scampi.

E’ la ricetta di caffé Moak per esaltare e rispettare le differenze e le caratteristiche del caffé crudo. Moak sottopone ogni chicco di caffé a singola e specifica tostatura e solo in un secondo momento li unisce per creare la miscela.

Correva l’anno di grazia 1967 e Giovanni Spadola intuì l’importanza della singola tostatura, l’alchimia su cui fondò la sua azienda, il cui nome evoca Modica e le sua radice araba.

La crescita e lo sviluppo sono rapidi e veloci: dopo pochi anni iniziano le prime importazioni delle migliori qualità di caffé dal Brasile, dal Sud e Centro America e infine dall’India.

Dal 1990 l’azienda varca i confini isolani, ma è con l’arrivo di Alessandro, il primogenito di Giovanni, che in azienda iniziano le prime e vere esportazioni oltre i confini Italiani: Germania, Svezia, Croazia e Turchia.

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Moak, gestita dalla famiglia Spadola, ha oltre 6000 clienti in Italia nel settore Horeca (Hotel, bar, ristoranti e catering), 1 milione e mezzo di chicchi di produzione annua, oltre 10 milioni di euro di fatturato e 30 tonnellate l’anno di esportazione solo in Turchia, paese in cui Moak è la prima azienda italiana per la fornitura del caffé.

A livello internazionale, il successo della politica di Moak è dato dalla quota export che si attesta al 20% del fatturato. I nuovi obiettivi sono i paesi dell’Europa Orientale, e quelli asiatici. Per far fronte all’aumento delle esportazioni, nel 2001 l’apertura di una filiale a Milano punto cruciale per la gestione dei rapporti commerciali con l’estero. Inoltre, Moak oggi è una delle poche aziende in Italia ad avere un proprio laboratorio chimico in cui vengono effettuati controlli giornalieri sul caffé crudo e sulle miscele prodotte.

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L’azienda siciliana ha ottenuto le certificazioni Iso 9002 e Iso 14000. Ma non solo. Altro punto di forza dell’azienda sono i servizi che propone al trade. Moak, infatti, oltre a fornire l’oggettistica per la vestizione dei bar, segue direttamente la preparazione del personale, offrendo corsi di formazione ai baristi a più livelli: dalle collaborazioni con istituti alberghieri alle lezioni tenute da esperti presso le proprie strutture. Un servizio che garantisce al barista un aumento delle vendite talvolta pari a qualche decina di punti percentuali.

Ma l’azienda continua la sua scalata investendo sul rinnovamento degli impianti, sui servizi offerti alla clientela e sulla formazione dei baristi: tutto questo perché per Moak, oltre al business, esiste una vera e propria cultura del caffé e della sua qualità. 

Un’attenzione particolare è rivolta all’immagine e alla comunicazione che spaziano dal packaging all’oggettistica, dal sito Internet alla concezione e realizzazione di due originali concorsi dedicati al caffè, nel senso più ampio del termine: Caffé Letterario Moak (www.caffe-letterario.it), concorso di narrativa, nato in sordina sei anni fa e affermatosi con successo in Italia e non solo a cui partecipano ogni anno almeno 300 autori; Caffé Corto Moak (www.cortomoak.com), giunto alla seconda edizione, un concorso internazionale di cortometraggi.

Data questa particolare attenzione per la qualità e la cultura del caffè da parte dell’azienda, non è un caso se Moak è il caffè scelto dai locali più famosi nel mondo. Caffè Moak ha infatti sedotto i palati più esigenti: da Daily Grill, la catena americana di ristoranti nota per l'atmosfera anni '50 dei suoi locali, al Cafè Sultan di Istanbul, dallo Zebedeus olandese, all’interno di un’antica chiesa, al Bagaglino di Roma e al Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa.  


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