Cultura

Le bionde che leggono il Tg. Un bagno a mare con Caterina Gurrieri



“Una bionda al Tg1? Perderebbe credibilità il telegiornale”.

Correvano gli anni Ottanta quando Tiziana Ferrario fu costretta a scurire i suoi capelli, biondi naturali, per placare i funzionari Rai preoccupati del fatto che i telespettatori non credessero alle notizie date in pasto, nel Tg della sera, da una bionda. Lilli Gruber, ben lontana dalla carriera parlamentare nei Ds e nel Pd, era in quota craxofona al Tg2, e Angela Buttiglione, che luceva di luce propria prima dell’avvento in politica di suo fratello Rocco, arrancava col suo stile penitenziale, vera anima della Rai di quegli anni.  Il socialista Enrico Manca era il presidente di corso Mazzini. Enrica Bonaccorti era stata silurata per aver detto in diretta tv di aspettare un bambino. Pippo Baudo, che in Rai era considerato Sua Emittenza, ruppe con Manca in diretta televisiva tirando in ballo la polemica sul nazional-popolare, e abbracciò Berlusconi dicendo peste e corna dell’azienda di Stato. Pagò con un risarcimento danni che si tradusse nella cessione alla Rai di un palazzotto nel cuore di Roma, ancora oggi chiamato “palazzo Baudo”, diventato poi un centro di produzione televisiva.

“Bionda non è credibile”, dicevano in quegli anni al Tg1.

Arrivò Enrico Mentana, nel gennaio del 92, col Tg5, a rivoluzionare il mondo dell’informazione. La regola più importante al Tg1 era “non prendere l’ascensore con i fogli del telegiornale in mano prima di andare in onda”. La redazione era al secondo piano, gli studi televisivi al terzo. Una sera Bruno Vespa, alle 19,55, prese l’ascensore per salire al terzo e condurre il Tg1. Si bloccò l’ascensore, e il Tg1 andò in onda con dieci minuti di ritardo.

Nacque la regola aurea del Tg1.

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Al Tg5 la regola numero uno è non leggere parola per parola il testo, ma inventarlo su un canovaccio. Al Tg1 c’erano le multe. Chi cambiava le parole scritte dai colleghi veniva multato ed estromesso dalla conduzione del telegiornale. Se la redazione aveva deciso che la crisi di governo dovesse essere declinata in “verifica di maggioranza”, nulla poteva il conduttore del Tg, mero attore del copione scritto dalla redazione. Lo stesso Vespa, del resto, diceva che Forlani era il suo editore di riferimento, ammettendo in modo inatteso e candido che il re era nudo.

Tempo fa mi sono imbattuto in un blog: i fan delle telegiornaliste.

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E con mia grande sorpresa trovo una accesa discussione su una mia amica e collega, Caterina Gurrieri.

Caterina GurrieriNata professionalmente a Tele Città Val d’Ippari, Caterina passò nel 2003 a Video Mediterraneo, dopo una esperienza a La Sicilia. Dal 2006 conduce il tg di Video Regione, e da qualche mese è passata al professionismo. Leggendo il blog pensavo a quanto è cambiato nel mondo dell’informazione il pregiudizio e l’approccio. Oggi una giornalista bella oltre che brava è valore aggiunto di un Tg. Già, perché in fondo il Telegiornale ha un valore consolatorio: “E’ successo agli altri, per fortuna non a me”. Come quando ci sono gli incidenti aerei all’estero e subito aggiungono: “Nessun italiano tra le vittime”.

E giù un sospiro e una nuova forchettata tra gli spaghetti.

Il telegiornale è un po’ come la mamma: ci dice che nel mondo succedono cose brutte, ci ammonisce nel non commettere gli errori degli altri, e in qualche modo ci rassicura che stavolta l’abbiamo scampata.

 Che esperienza è per una donna molto bella condurre il Tg?

L’esposizione televisiva a volte è un problema, perché si diventa facile e inconsapevole preda del pettegolezzo”, mi racconta Caterina, mentre facciamo il bagno a mare.

Ma è piacevole sentirsi riconosciuti, additati…

 “Da piccola mi nascondevo sempre quando facevano i filmini, scattavano le foto. Invece, mi piaceva molto cantare”.

Come hai iniziato la carriera giornalistica?

Avevo terminato gli studi superiori, e mi si prospettava la carriera di insegnante elementare. Lessi l’annuncio di Tele Città, con cui cercavano nuovo personale. Avevo bisogno di soldi. Iniziai. Era luglio, c’era caldo, feci qualche sostituzione. Dopo un mese ero già in video”.

 Oggi Caterina, oltre che conduttrice del Tg di Video Regione, è la giornalista di “Colors”, una trasmissione di costume sulla falsariga di Verissimo.

Il pubblico della Sicilia sudorientale la riconosce e la ama, per il suo essere una Michelle Hunziker de’ noantri, una Gruber senza torcicollo, una Mariolina Sattanino un po’ più allegra e solare.

Cosa stai leggendo in questo periodo?

La zona cieca, di Chiara Gamberale.  La zona cieca è tutto quello che gli altri colgono di noi ma che a noi (inevitabilmente e maledettamente) sfugge. E’ la storia della conduttrice di una trasmissione radiofonica che ogni giorno riceve confidenze di persone totalmente confuse. Un giorno le arrivano le misteriose lettere di Brian, uno sciamano. Che ha un nome, un'anima e un passato, ma non ha un volto: ma si dimostrerà molto più reale di ogni reale persona.

Facciamo il bagno.

E poi dicono che le bionde non sono credibili…

 

 

                                                       Giuseppe Savà

 

 

 

 

 

 

 

 


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