Attualità Perforazioni petrolifere

Leonis sfida il canale di Sicilia: la piattaforma Vega riprende la produzione

Vega, 12 miglia al largo di Pozzallo dal 1987 a oggi ha prodotto 55,5 milioni di barili



Con i suoi 3.700 barili estratti al giorno da 20 pozzi a olio e con stime di produzione di altri 12 milioni di barili nei prossimi 10-15 anni, Vega rappresenta il fiore all'occhiello della produzione petrolifera di Foro Buonaparte che oggi può contare su 45.000 barili di olio equivalente al giorno.
Il giacimento di Vega, 12 miglia al largo di Pozzallo dal 1987 a oggi ha prodotto 55,5 milioni di barili di petrolio e si stima che sarà in grado di produrne ancora 12, nei prossimi 10-15 anni. Il valore della produzione ancora attesa è, all’incirca, di 500 milioni di euro, tale da giustificare l’ingente investimento di oggi. La nuova Leonis è stata acquistata sul mercato, dotata di doppio scafo (come impone la normativa, per evitare rischi di sversamenti) agganciata a una struttura snodabile, detta Yoke, che la trattiene assecondando il moto del mare, tarata su condizioni estreme: onde fino a 18 metri (il record centennale), venti a 100 nodi, scosse di terremoto fino al nono grado Richter. L’investimento è stato di una cinquantina di milioni di euro, 30 per la nave, 15 per il Yoke, il resto per i collegamenti. La piattaforma, serrati i rubinetti dei 20 pozzi, non è mai stata chiusa, perché le manutenzioni di una struttura come questa (nove piani di altezza, attività per 30 tecnici con turni di due settimane) non si possono interrompere.
Il gruppo Edison (controllato pariteticamente da A2A e dalla francese Edf) è l’unico operatore italiano a coprire l’intera filiera energetica, dagli idrocarburi all’elettricità, con attività di produzione in sei Paesi che ormai gli attribuiscono, a livello internazionale, lo «status» necessario per partecipare alle gare per nuove esplorazioni per giacimenti di greggio e di gas.
"Edison è conosciuta come un'azienda di energia elettrica, meno nella produzione e nel trasporto degli idrocarburi. Il nostro obiettivo è quello di essere totalmente indipendenti dall'Eni. Puntiamo a un 15% di produzione di idrocarburi per il nostro fabbisogno e non siamo molto lontani da quella percentuale", ha sottolineato l'AD Umberto Quadrino, presente oggi sulla piattaforma per presentare alla stampa il riavvio del campo dopo due anni di stop per rendere il sistema di stoccaggio più sicuro. L'eco della catastrofe ambientale nel Golfo del Messico qui appare molto lontana, anche perché, come ha spiegato Quadrino, "si tratta di scenari diversi: lì si opera in acque profondissime, qui a 120 metri; lì si tratta di un impianto di performazione, qui di produzione".
Certo, ha fatto intendere il manager, non bisogna mai abbassare la guardia, ma sui 70 pozzi petroliferi italiani (115 sono le piattaforme di gas e petrolio offshore) l'attenzione è molto alta e le verifiche che sono state effettuate dal ministro allo Sviluppo Economico, subito dopo la fuoriuscita del greggio nel golfo del Messico, non hanno riscontrato anomalie.


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