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Montalbano: Innamorato sono

Andrea Camilleri lo aveva promesso: Montalbano la smetterà con «una vita di noiosa castità»



«Pieno di dolce ed amoroso affetto, alla sua Donna, alla sua Diva corse, che con le braccia al collo il tenne stretto».

Andrea Camilleri lo aveva promesso: Montalbano la smetterà con «una vita di noiosa castità». E così, anche se si sveglia accanto alla fidanzata Livia, arrivata all'improvviso a Vigata per fargli una sorpresa, e si lascia rodere dalla gelosia per una frase che le sente mormorare nel sonno, il commissario resta folgorato da un'altra donna, Angelica, in cui rivede i tratti dell'eroina dell'Orlando furioso così come se l'era immaginata a scuola. I versi di Ariosto punteggiano tutto "Il sorriso di Angelica" (Sellerio, pp. 257, euro 14,00) – in libreria in questi giorni, a pochi mesi dall'ultimo Montalbano ("La caccia al tesoro") – e incalzano il protagonista, in balia di questa "trintina" di bell'aspetto. "Squasi sissantino", il commissario è travolto da un turbamento quasi adolescenziale, ossessionato dalle abitudini della donna che si procura compagnia maschile a pagamento, al punto da vedersi in sogno nei panni d'un cavaliere in un torneo, e soprattutto da perdere di vista le indagini. Il caso questa volta riguarda una banda di ladri in azione negli appartamenti di ricchi professionisti. I furti avvengono in base a uno schema sempre identico, quasi una sfida per Montalbano, come del resto lasciano intendere i messaggi che il capo dell'organizzazione, il fantomatico signor Zeta, manda al commissario. Subisce il furto anche la stessa Angelica, da pochi mesi trasferita a Vigata, nella locale sede della Banca siculo-americana. L'azione procede più lentamente del solito, anche perché Montalbano appare stanco, senza più "gana". Ma a un certo punto la sfida si complica quando uno della banda viene trovato morto. E ancora una volta, oltre al proverbiale intuito, in soccorso di Montalbano arriverà involontariamente Catarella. "Il sorriso di Angelica" è il primo libro che Camilleri pubblica con Sellerio dopo la scomparsa dell' "amica Elvira": «Dopo la lettura del dattiloscritto – racconta nella postfazione – mi telefonò segnalandomi un errore madornale sfuggito alle diverse e attente revisioni. Lo ricordo solo per raccontare a voi e ricordare a me la cura, l'attenzione e l'affetto con cui Elvira leggeva i suoi autori».


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