Cultura Musica d'autore

Seattle? No, Catania. Un rockumentario

Un grande lavoro di Marco Pirrello

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Catania - Ribattezzata negli anni ’90 «la Seattle d’Italia» grazie alla sua straordinaria concentrazione di musicisti e scene rock, Catania è una città che vive il suo legame con la musica in maniera viscerale. Ed è questo il tema del documentario «My Hometown Catania» di Marco Pirrello nato nel laboratorio «Inchieste e videogiornalismo » di Step1 periodico online e palestra di giornalismo dell’università. Catania può vantare diverse «eccellenze» nel campo della musica indipendente: c’è lo studio di registrazione «The Cave » di Daniele Grasso (tra i più importanti d’Italia) ed è questa la città che ha dato i natali a personaggi come Francesco Virlinzi (il «produttore-guru» che lanciò Carmen Consoli e Mario Venuti e che ha portato in Sicilia i R.E.M. nel 1995), Franco Battiato, i Denovo, Cesare Basile, gli Uzeda.

Oggi Catania vive un momento di nuovo fermento musicale, nonostante la sua difficile condizione economica e sociale e la scalata delle mafie. Quello di Pirello è un viaggio musicale, un «rockumentario», fatto di racconti, ricordi, molta musica e di quella passione tagliente che si respira nella città della pietra lavica, «un vero e proprio set naturale grazie ai suoi colori scuri e al barocco». Ma è anche un messaggio di speranza per il futuro. Pirrello racconta la Catania rock d’oggi tramite le storie di quattro band cresciute ai piedi dell’Etna: Crabs, Narayan, Introversia e Dossi Artificiali: «uno sguardo sulla città realizzato attraverso gli occhi, le note e le parole, di chi Catania la vive quotidianamente cercando tra molte difficoltà di proporre le proprie creazioni musicali», spiega l’autore. My Hometown Catania sarà disponibile da domani nelle librerie di Catania e sul sito «Upress.it». L’incasso sarà devoluto a U-Press, l’associazione a supporto del giornalismo universitario.

 

 


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