Noto - Indossa il clergyman, abito nero con colletto bianco, e non il tradizionale abito talare con il quale ha abituato i fedeli a vederlo durante le cerimonie, in chiesa, e canta “Il mio canto libero” di Lucio Battisti.
Il vescovo della diocesi di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, ieri pomeriggio ha aperto le porte del palazzo vescovile di Noto, per un paio d’ore, alla troupe televisiva inviata dalla Rai per riprenderlo mentre intona “Il mio canto libero” (Battisti/Mogol) per la sigla dell’omonima trasmissione che andrà in onda da mercoledì prossimo, in prima serata, su Rai Uno, condotta da Vittorio Sgarbi.
Un piccolo vero e proprio set televisivo nella stanza del Vescovo che si è prestato all’insolita iniziativa della produzione di un programma che non è ancora iniziato ma che fa già tanto parlare di se.
Ospiti dell’istrione della tv italiana, Vittorio Sgarbi, insieme al vescovo di Noto, ci saranno infatti personaggi discussi per svariati motivi.
Non sarà certo l’immagine del Vescovo cui siamo abituati, tradizionale con la tunica, ma è sicuramente più moderna e diretta, proprio come deve essere per “passare” in tv. Attuale si, ma sempre determinato, Mons. Staglianò, a sfruttare questa occasione per svolgere un efficace servizio di evangelizzazione rivolto al grande pubblico della televisione. "Un’occasione per esprimere e manifestare con chiarezza la posizione cristiana e cattolica su Dio rispetto alle obiezioni, e alle diverse opinioni, sullo stesso argomento che saranno rappresentate dagli altri ospiti non più cattolici o addirittura atei".
Parola di Vescovo.