I brasiliani chiamano saudade la malinconia.
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Saudade però è parola dalle venature più profonde.
Patrizia Laquidara, nata a Catania nel 1972, ma vissuta in quel di Vicenza, è forse la più grande interprete italiana della saudade.
Malinconica, nostalgica, sola.
Patrizia interpreta le due radici della parola brasiliana, cantando col tono della solitùdo, solitudinis, solitudine, e insieme la voglia di salutare.
Da otto anni vive senza tv.
E quando ha voglia di fuggire va a Lisbona, il buon retiro del suo raccoglimento.