Modica - “Un pittore grande grande che dipinge piccolo piccolo”, così Pablo Picasso definì Francesco Giombarresi dopo averlo incontrato in Spagna agli inizi degli anni ’70.
E di se stesso il pittore comisano diceva in versi “cù la pittura campu e tiru avanti/e la puisia la fazzu pì spassu/accussì, tra li culura e li canti/cù gran piaciri la mi vita passu”.
“Per non dimenticare Francesco Gimbarresi” è il titolo scelto dalla figlia Rosa per la mostra antologica, organizzata in collaborazione con la Fondazione Grimaldi, che è stata inaugurata giovedì 8 e resterà nelle sale di Palazzo Grimaldi fino al 18.
Visi dallo sguardo puntuto e ammaliante, paesaggi che esplodono sulle tele, fiori vellutati come carezze: 42 opere che raccontano il mondo pittorico di un uomo per il quale arte e vita sono state un’unica linea tortuosa e sofferta, tra miserie e successi, fortune e disgrazie.
A tracciare un ricordo biografico dell’artista, collocandolo tra i maggiori rappresentanti della corrente dell’Art Brut, sono stati chiamati il direttore del Museo d’arte contemporanea di Caltagirone Domenico Amoroso, che nel 2005 organizzò una mostra di Giombarresi, e il critico d’arte Lorella Di Gregorio. E non è mancato un ricordo personale di Maria Iemmolo.
“Questa mostra è un atto d’amore – ha detto Rosa Giombarresi prima del taglio del nastro – le opere non sono in vendita. Il mio impegno nell’organizzarla è solo per restituire a mio padre la memoria che gli enti e le istituzioni faticano a tenere in vita. Ho in programma di portarla in altre città per continuare a rendergli omaggio. Ho ricevuto delle proposte anche da fuori Sicilia e spero che si possano concretizzare”.
In apertura, Francesco Giombarresi.
Sotto, la preside Maria Iemmolo, Domenico Amoroso, Uccio Barone, Lorella Di Gregorio, Rosa e Claudia Giombarresi