Scicli - “Non sono stato io a uccidere mia moglie”. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Sandra Levanti, al sostituto procuratore della Repubblica, Gaetano Scollo, e ai difensori Raffaele Rossino e Francesco Drago, Massimo La Terra ha negato tutto, dichiarandosi innocente. E’ durato un paio d’ore il racconto dei fatti dell’unico indagato per l’omicidio.
“Non ero in casa quando mia Rosetta è morta”, ha dichiarato ai magistrati l’uomo, sottoposto da sabato pomeriggio a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio della moglie, Rosetta Trovato. “Sono rientrato e ho visto che stava male, ho chiamato la vicina chiedendole di far venire un’ambulanza”, ha aggiunto l’uomo.
I legali di La Terra hanno perciò chiesto la remissione in libertà del 41enne, per mancanza di prove, opponendosi alla richiesta di convalida del fermo presentata dal sostituto procuratore.
In mattinata, intanto, il professor Francesco Coco ha eseguito l’autopsia sul corpo di Rosetta Trovato, nell’obitorio dell’ospedale Maggiore di Modica. L’esito della perizia si conoscerà solo fra sessanta giorni, secondo i termini di legge. L’ipotesi su cui gli inquirenti lavorano, al momento, è quella dello strangolamento, così come rilevato dai sanitari che invano tentarono di soccorrere la povera donna, giunti nella casetta di via Simeto, al quartiere Stradanuova, alle 14,30 di sabato scorso.
I funerali di Rosetta si terranno mercoledì pomeriggio alle 15 in chiesa Madre. Nei prossimi giorni sarà ascoltata anche la figlia quindicenne della coppia, ancora in stato di choc. Sarà un carabiniere donna a chiederle di ricostruire i rapporti tra i genitori, e segnatamente il loro evolversi negli ultimi giorni, prima che la tragedia si consumasse. Oggi la città si stringerà attorno alla salma di Rosetta, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e accerti le responsabilità.
Il magistrato ha convalidato il fermo
Massimo La Terra resta in carcere. Il magistrato ha infatto convalidato il fermo di indiziato di delitto, ritenendo che le prove a suffragio della sua presunta colpevolezza siano sufficienti a giustificare la misura della detenzione cautelare in carcere.