Lampedusa - L’allarme arriva dalle segreterie regionali di comparto Gas Acqua di Filctem, Femca e Uilcem, che in un comunicato congiunto denunciano quanto segue.
“Entro il 31 gennaio scadranno le proroghe per la gestione degli impianti di dissalazione delle acque marine, affidata alla azienda SOFIP per le isole Pelagie. L’azienda, nei giorni scorsi, ha aperto le procedure per la messa in mobilità di tutti i lavoratori. Il sindacato, non condividendo la richiesta unilaterale di Sofip, ha proclamato lo stato di agitazione delle maestranze.
Filctem, Femca e Uilcem denunciano l’immobilismo del governo della Regione che, nonostante le opportune sollecitazioni, non interviene, seriamente, per dare una risposta non solo ai lavoratori che di punto in bianco perderebbero il posto di lavoro, ma anche agli abitanti delle tre isole che resterebbero, a impianti Sofip chiusi, senza acqua potabile. Pertanto i tre segretari regionali, Parisi , DiLiberto e Terrani di Filctem, Femca e Uilcem, chiedono al Governo siciliano di attivare immediatamente un tavolo programmatico per affrontare complessivamente la questione e per trovare una soluzione che permetta la continuità del servizio pubblico essenziale, e che venga predisposto ed emanato un bando di gara pubblico che punti ad una soluzione duratura nel tempo e che contenga l’obbligo del mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Nelle more dell’espletamento della gara, è assolutamente necessario mantenere la erogazione del servizio idrico per tutte le popolazioni. Lampedusa, Linosa e Pantelleria non possono rimanere senza acqua potabile per inadempienze gestionali e burocratiche.
Filctem, Femca e Uilcem invitano i sindaci e le amministrazioni interessate ad un intervento concreto per la tutela dei diritti dei cittadini ad usufruire di un servizio essenziale e per il mantenimento degli attuali posti di lavoro. Nei prossimi giorni -concludono i segretari- in assenza di risposte da parte delle autorità competenti, a partire dal governo della Regione Siciliana, saranno attivate altre e più incisive forme di protesta coinvolgendo le intere popolazioni delle isole”.