Modica - Lui è l’uomo della terza Modica. “Esprime identità frantumate, multiple, che non si integrano”. Nella singolar tenzone tra i modicani ruspanti e veraci di Modica Alta, e i borghesi di Modica Bassa, Mister Max è il rappresentante per antonomasia della terza Modica, quella figlia del quartiere d’espansione, la Sorda, che ha tagliato i ponti con le origini, interpretando la postmodernità.
La definizione della Modica di Mister Max è del professore Uccio Barone ed è contenuta nel film “Max”, di Luca Scivoletto, dedicato al cantante modicano che da oggi torna a sfidare il mercato discografico, quello siciliano, nazionale, ma anche transnazionale, degli emigrati in Germania, Svizzera e Belgio, con una sua personalissima versione del Gangnam Style, del rapper sudcoreano Psy.
E come si intitola la parodia di Max? “Comu m’ancastrai!” Incastrato da cosa, da chi? Ovviamente da lei, dalla ragazza di cui si era invaghito cogliendo a primo sguardo pregi e qualità, salvo scoprirne angosce, fobie e senso del possesso che fanno sentire Max un uomo incastrato. La musica scorre raccontando le avventure di Max, mentre l’alter ego, il secolare Massimo Giuca, si confessa davanti a una tazza di the.
“Qual è il mio lavoro? Sono un comico, un animatore, sono anche un cantante parodista”. Diventa rosso e non nasconde l’imbarazzo quando gli chiedo l’età: “Ho 49 anni, ero geometra, ho esercitato la professione per dieci anni, poi da venti anni a questa parte faccio solo il cantante. Mi esibisco in Italia, e soprattutto in Germania, Svizzera, e qualche volta in Belgio, collezionando una cinquantina di serate l’anno. Mi fanno esibire insieme a cantanti neomelodici del meridione, Carmelo Zappulla, Tony Colombo…Faccio quel che si dice la guest star, in appuntamenti frequentati a volte anche da duemila persone, in locali chiusi, discoteche d’oltralpe”. Massimo scrive i testi, ha inciso il singolo del nuovo album presso la propria casa d’incisione, la Studio 34 Recording, parodiando il tormentone coreano che ossessiona le radio, e gira da sé, grazie a un cameraman, i video. Si è fatto da solo e continua da solo a gestire la propria impresa autorale. Nella nuova hit arriva a citare se stesso. La donna protagonista della sua relazione da incubo arriva a sfasciargli lo scaldabagno, chiaro riferimento alla sua prima parodia, dedicata alla cattura dell’Uomo Ragno, a firma degli 883.
Tre minuti e quaranta secondi. La canzone? “Sarà su Youtube”. La nuova tv dove Massimo fa migliaia di accessi da tutto il mondo, saccheggiato anche da Radio Deejay, nella “Mp3 Parade” di “Ciao Belli”, condotta da Dj Angelo e Roberto Ferrari, al termine della quale Mister Max oscilla sempre tra la quinta e la prima posizione.
Snobbato, ma popolarissimo; guardato col naso all’insù dai grandi, ma amato dai bambini, Mister Max ha attraversato gli ultimi vent’anni nella duplice condizione di anonimo ragazzo dal sorriso pulito e da istrione da palco di cui tutti ricordano almeno una strofa a menadito.
“Esce il mio album? A Modica non è notizia per nessuno. Tuttavia accetto di essere messo da parte in questa terra in cui la comicità sembra poter essere solo catanese. La mia soddisfazione più grande è apprezzare l’entusiasmo dei bambini, quando mi incontrano ai concerti, o ascoltano la mia voce in radio. Si illuminano. Prima pensavo fosse per via della scelta di cantare in siciliano, poi mi sono accorto che anche quando canto in lingua i bambini ridono. È forse per l’espressività della mia pronuncia quando canto”.
Tastierista autodidatta, Massimo ha studiato solfeggio per sei mesi, salvo abbandonare. Lui appartiene alla terza Modica, quella che esprime identità frantumate, multiple, che non si integrano. Come il Gangnam Style.
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