Catania - «Pur essendo nato a Varese, ieri, oggi e sempre sugnu sicilianu». Così il premier uscente Mario Monti ha concluso il suo incontro elettorale al teatro Sangiorgi di Catania. Un finale scherzoso, dunque, nonostante le contestazioni. Un gruppetto di manifestanti ha infatti accolto il professore con fischi e urla: «L'Italia muore e tu te ne freghi, vergogna». Lunghi mugugni hanno fatto da sottofondo anche all’intervento in sala. Ma Monti ha commentato serafico: «La contestazione in sala? Era tutto organizzato, combinato prima».
Il buon umore non è stato dunque guastato. Anzi. Il candidato premier di Scelta civica, ha iniziato col ringraziare il vero padrone di casa, il vulcano. «Grazie Etna» ha detto in riferimento al «benvenuto» datogli con l'eruzione lampo all'alba.
"Governare - ha detto Monti ai nostri microfoni - non significa dire ciò che la gente vuole sentirsi dire nel breve periodo, ma significa spiegare perchè è necessario fare certe cose che all'inizio possono non piacere. Condivido l'indignazione di chi subisce il fascino di Grillo, ma quella è una protesta che nasce e finisce come tale. Con noi la protesta si fa proposta. Il Ponte sullo Stretto? Non è una priorità, bisogna verificarne la fattibilità tecnica".
Monti si è poi recato in visita privata dall'arcivescovo Salvatore Gristina e quindi si è diretto al teatro Sangiorgi di via di San Giuliano per un incontro elettorale con rappresentanti delle forze produttive, imprenditoriali, sindacali e sociali della città, oltre agli attivisti e ai simpatizzanti del suo movimento. Fuori un piccolo gruppetto di contestatori lo ha accolto con fischi e urla: "L'Italia muore e tu te ne freghi, vergogna".
Nel pomeriggio, saltato l'incontro con gli studenti all'università Kore di Enna, Monti ha concluso la sua visita a Palermo, al teatro Politeama, con l'incontro “Sviluppo, Equità e Lavoro: le priorità per la Sicilia"."Nessuna alleanza con la coalizione attuale del polo di centrosinistra che ha una posizione sulle riforme strutturali e su quelle per rilanciare il lavoro profondamente diversa dalla nostra" ha detto ai cronisti del capoluogo.
E rispondendo a distanza a Silvio Berlusconi che lo ha definito una "iattura" e a Giulio Tremonti, secondo cui il paese tornerà presto al voto dice: "Voi mi citate due personalità della politica e i loro infausti presagi, ma quando loro erano al Governo dello Stato hanno creato la situazione di emergenza nella quale la politica tutta ha chiamato uno spicchio della società civile da me guidato per togliere il paese dall'impaccio. Mi permetterete di non commentare le affermazioni di queste persone".