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Ivan Iurato: In quel guazzetto di scorfano c’è il meglio della mia Sicilia

Masterchef

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Comiso - Dalla cucina di Masterchef al ritorno a Comiso. Ivan Iurato, 36enne impiegato nel negozio di una catena di elettrodomestici in un centro commerciale di Ragusa, l'ultimo dei concorrenti a lasciare la cucina televisiva più famosa d'Italia prima della finale, racconta la sua «indimenticabile» esperienza.
Ce la fa in un aggettivo?
«Sarebbe riduttivo. Direi incredibile, sorprendente. Un'esperienza di vita, più che di cucina».
In che senso?
«Masterchef va oltre lo show. Per me è stato l'occasione di una crescita personale non indifferente. C'è stato lo stress delle prove, sono nate amicizie, ci sono stati i consigli dei giudici. Ogni giorno era sempre più una sfida con me stesso, più che con l'arte culinaria. Se all'inizio c'era la voglia di studiare per affinare le tecniche e conoscere le materie prime, strada facendo ho capito che era altrettanto fondamentale l'intraprendenza, la capacità di andare oltre e osare».
Cosa l'ha portata a Masterchef?
«La passione per la cucina che mi fa preparare da mangiare per tutti gli amici. La prima edizione mi aveva incuriosito. Ho cominciato le selezioni per gioco, poi sono stato coinvolto e, alla fine, ci ho creduto davvero. Trovarmi nei primi diciotto è stato incredibile, non avrei mai immaginato di poter arrivare fino alle soglie della finale. Sono stati due mesi di continua evoluzione della mia cucina e della mia persona».
Con chi ha legato di più?
«Si è un bel gruppo con Nicola, Paola, Marika, Michele e Maurizio. In particolare c'era molto feeling con Nicola, il lavapiatti abruzzese. Ci accomuna la passione per le materie prime semplici, per il pesce e il suo essere uomo del Sud. Caratteristica che non ho riscontrato, per esempio, negli altri concorrenti siciliani come la catanese Agnese. Molto difficile, invece, il rapporto con Tiziana, una donna troppo razionale e poco di cuore».
Che ricordo le è rimasto dei tre giudici?
«Bastianich dà di più dal punto di vista umano. Di Barbieri ho apprezzato il genio in cucina. Cracco è fantastico, ogni suo rimprovero era una lezione di vita e di cucina».
La sua crescita personale attraverso Masterchef le ha fatto maturare altre ambizioni?
«Mi piacerebbe dedicarmi alla scrittura di un libro di cucina e poesia, che poi è l'altra passione della mia vita, lavorare in una cucina o parlare di cucina in televisione. Di sicuro, però, vorrei trovare un lavoro che mi piaccia e mi permetta di guadagnare più di 1.000 euro al mese così da poter andare a vivere per conto mio».
E' stato difficile tornare alla vita di tutti i giorni?
«Ancora sto vivendo la popolarità, soprattutto sui social, Twitter, dove sono @igairuy, e Facebook in testa. Chi mi segue apprezza il mio stile umile e la mia cucina semplice».
Non è un caso, quindi, che lei sia inciampato due volte, compresa quella dell'eliminazione, su un piatto dell'alta cucina: la crema di fagioli con soppressa veneta di Paola Budel.
«Diciamo che l'ultima sfida era impari. Andrea, il mio avversario aveva da fare un semplice calamaro ripieno. Mi rimane la felicità di aver avuto un tifo trasversale. Tra i miei sostenitori ci sono stati Alessandro Cattelan, Albertino, Valentino Rossi, Davide Astori».
Qual è il piatto di Masterchef che le ha dato più soddisfazione?
«Il guazzetto di scorfano nel quale ho impiattato la Sicilia vincendo l'invention test. Penso che, al di là dei luoghi comuni fatti di caponata e cannoli, la cucina siciliana debba essere rivalutata a partire dalla pasta alla Norma alla quale, nonostante qualcuno storcerebbe il naso, basterebbe aggiungere delle cozze per farla diventare un piatto di alta cucina».

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