Portopalo di Capo Passero - È anche più a Sud di Tunisi. L'Isola delle Correnti, Comune di Portopalo: una lingua di sabbia fine e di rocce chiare dove si incontrano il mar Jonio e il Mar Mediterraneo. L'acqua è bellissima, cristallina e camaleontica: a tratti verde smeraldo, a tratti turchese.
E' un luogo aspro ma anche magico, dove ancora non è arrivato il turismo di massa.
Fino a poco tempo fa c'era solo un campeggio spartano, il Captain, molto frequentato anche dai catanesi, che non aveva neanche l'acqua dolce. Poi è sorto un piccolo stabilimento balneare e d'estate si piazza nella zona anche un chiosco di bibite e panini. A luglio e agosto l'Isola delle Correnti è un po' presa d'assalto da turisti, villeggianti, vacanzieri, camperisti, campeggiatori e quant'altro. Ma tra la folla non perde il suo fascino.
Da pochi mesi, quattro fratelli di Portopalo hanno avuto la concessione per realizzare un lido balneare proprio di fronte all'Isola delle Correnti, nel lembo di terra che separa i due mari. Una location mozzafiato, invidiata e invidiabile. Ma questa concessione rilasciata dall'assessorato regionale Territorio e Ambiente, arrivata a marzo 2013 e richiesta nel gennaio del 2011, ha scatenato su Internet un intenso battage contro il rischio di edificazione in un luogo così suggestivo.
E' nata l'associazione Isola delle Correnti - formata perlopiù da catanesi - che ha promosso una petizione on line per fermare i lavori già "firmata" da più di 5.000 internauti. Alla petizione ha aderito pure Roy Paci, musicista siciliano di fama internazionale che canta la «Sicilia bedda», dando eco ai timori degli amanti di quest'area quasi incontaminata e lanciando la sfida: «Mi metterò sotto le prime ruspe che vedrò».
Sono quattro fratelli di Portopalo, i fratelli Greco: Simone, 33 anni, ingegnere laureato al Politecnico di Torino, Barbara, 30 anni, laureata in Letteratura sempre a Torino, Alex, 25 anni, e Mariacristina, 22 anni. Possiedono un pezzo di terreno arido e incolto adiacente al campeggio e che termina proprio a ridosso dell ultime dune del Mediterraneo. Nel 2011 decidono di darsi una mossa e far fruttare quella striscia sabbiosa. Così cominciano il lungo iter burocratico per avere in concessione temporanea da maggio a settembre un pezzo di spiaggia davanti alla loro terra, dove realizzare una struttura balneare rimovibile. E dopo aver atteso per più di due anni e alla fine ottenuto i pareri favorevoli di Genio Civile, Comune, Soprintendenza, Capitaneria di porto e aver prodotto decine di certificati, tra cui quelli antimafia e di impatto ambientale, è arrivata la concessione dell'assessorato regionale Territorio e Ambiente. Occuperano circa 1.000 metri quadrati di questa spiaggia libera di oltre 30.000 e solo un'ottantina saranno coperti: sul resto ombrelloni in makuti, lettini, docce e una piccola isola ecologica per la raccolta differenziata che da queste parti è davvero un miraggio. Mentre sul loro terreno privato realizzeranno il parcheggio, un ingresso per i disabili (anche questo una rarità) e forse dei box per chi si porta i cani al mare.
Quindi niente cemento, nessuna minaccia per le ultime dune, ma anzi attenzione a uno sviluppo ecosostenibile in una zona altamente depressa dove il lavoro è introvabile (vanno considerate anche queste ricadute economiche) e dove spesso regnano illegalità e abusivismo. In un terreno accanto a quello dei fratelli Greco sorge per esempio una specie di baraccopoli formata da decine di vecchie roulotte ammassate una vicina all'altra che sembra un campo rom piuttosto che una zona di villeggiatura. Per non parlare poi di plastica, lattine, bottiglie e ogni altra sorta di rifiuto abbandonato tra le dune e le sterpaglie dai tanti frequentatori di questo luogo che quando lo vedì così non ti sembra poi tanto amato.