Attualità Ragusa

La diga di Santa Rosalia. Storia di un’impresa

I lavori conclusi trenta anni fa

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Ragusa - Progettata nel 1964, lavori consegnati nel 1976 e iniziati nel 1978, conclusi nel 1983. In questa rapida cronologia rientra la vita della Diga di Santa Rosalia, lo sbarramento artificiale sul medio corso del Fiume Irminio che – appunto ora sono trenta anni – ha creato l’omonimo lago artificiale.

La cronologia dei lavori è tutto sommato semplice rispetto al dopo-lavori. Dal 1983, anno di inaugurazione dell’invaso, le condutture per il trasporto dell’acqua, ovvero lo scopo principale che per anni spinse molti politici (in testa il democristiano Vincenzo Giummarra, ragusano presidente della Regione e Assessore regionale all’Agricoltura) a dichiarare fondamentale la Diga di Santa Rosalia, sono state rese operative solo nel 2010. E nemmeno tutte. Per il momento solo 16 chilometri, sufficienti per arrivare ad una grande vasca costruita in contrada Castelluccio, poco distante da Scicli. Ma dovranno essere realizzate ancora quelle che porteranno l’acqua a Marina di Ragusa e a Santa Croce Camerina.

Il Cral dei lavoratori della Banca Agricola Popolare di Ragusa ha recentemente promosso un convegno sui trenta anni della diga, con annessa una bella mostra di circa sessanta fotografie dell’epoca dei lavori. Ad intervenire per ricordare l’excursus storico dell’invaso l’onorevole Giorgio Chessari, all’epoca deputato regionale e poi anche sindaco di Ragusa, insieme a Paolo Nifosì e Giorgio Pisana, due tecnici dell’Assessorato regionale all’Acqua Energia e Rifiuti che hanno fornito all’uditorio moltissimi dati tecnici relativi all’invaso e alle condotte.

Quello che è apparso evidente a chi ha preso visione delle preziose informazioni sulla Santa Rosalia, è che in questa infrastruttura si è speso moltissimo in termini economici e di tempo, per avere un risultato di molto inferiore alle aspettative. Il classico topolino partorito dalla montagna. Altrettanto chiaro è che però l’infrastruttura è talmente solida ed efficiente che potrà funzionare ancora per molti decenni, sempre sperando che si possano completare i lavori di adduzione dell’acqua. Per il momento, oltre agli allevatori e agricoltori di Frigintini, a godere dell’acqua di Santa Rosalia sono soprattutto trote, tinche e carpe, rane e rospi, cervi e caprioli. Con loro, inevitabile conseguenza, cacciatori e pescatori. Alcuni educati, altri – e purtroppo non pochi - vandali che ad ogni fine settimana trasformano le rive del lago in una discarica. In tal senso ci permettiamo un suggerimento alla Polizia Provinciale, prima che le Provincie scompaiono e di loro sapremo il destino: con una delle tante auto del loro parco, potrebbero a bassa andatura percorrere la strada che circonda tutto l’invaso e solo per questo convincere i maleducati a riportarsi indietro il sacchetto coi resti del picnic. La collettività ne serberebbe indelebile e grato ricordo.

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