Vittoria - Pace fatta tra il fisco e il maestro Arturo Di Modica, l’artista di Vittoria conosciuto in tutto il mondo per la scultura del toro realizzato davanti a Wall Street, sede della borsa di New York.
Lo scultore e l’agenzia delle entrate di Ragusa hanno raggiunto un’intesa e chiuso il contenzioso per presunte omissioni nel dichiarare oltre 5 milioni di euro al fisco italiano e Iva per un totale di 600 mila euro. Con la mediazione degli avvocati Dario Pettinato e Giuseppe Valastro lo scultore ha raggiunto un’intesa dimostrando l’infondatezza di una parte delle contestazioni e per il resto concordando una transazione nell’ordine di circa 900 mila euro.
«La conciliazione -spiegano i legali- permette al maestro di chiudere definitivamente ogni contenzioso e di concentrasi sulla sua attività artistica nella città di New York». Gli avvocati affermano che non c’è stato trasferimento di denaro all’estero, come contestato dalla Guardia di Finanza perché Di Modica risiede realmente negli Stati Uniti. Il maestro attualmente è rientrato a New York e tornerà nuovamente in Sicilia per le vacanze di Pasqua.
Arturo Di Modica è conosciuto in tutto il mondo per la sua opera più famosa: il toro di Wall Street, divenuto anche il simbolo dell’economia mondiale. Da allora gli sono stati commissionati lavori in bronzo in vari paesi del mondo. Nel luglio l’indagine della Guardia di Finanza scattate a seguito di una verifica fiscale richiesta dal procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia.
Tutto era partito dal raffronto fra quanto dichiarato al fisco e l’alto tenore di vita dell’artista. Secondo la Guardia di Finanza Arturo Di Modica avrebbe dovuto dichiarare i suoi redditi in Italia. L’artista – affermano dal comando provinciale della Finanza- pur essendo formalmente residente negli Usa è di fatto residente a Vittoria dove ha il centro dei suoi interessi economici e sociali. Di Modica sostiene, invece, d’averlo fatto negli Stati Uniti, dove vive e svolge la sua attività. Le indagini della tenenza di Vittoria hanno indagato a ritroso a partire dal 2006 ricostruendo, grazie soprattutto agli accertamenti bancari, gli effettivi redditi dell’artista. In ogni caso la transazione chiude la partita col fisco.