Ispica - “La nostra condanna peggiore? Essere costretti a reincarnarci, a non morire mai”.
Franco Battiato gela la piazza di Ispica con il suo documentario “Attraversando il bardo”. Quando nasce un bambino tutti sorridono, il bambino piange; quando muore qualcuno, tutti piangono, ma chi muore sorride.
Ascetismo tibetano, separazione dell’anima dalla carne (il bardo), ammannito in una piazza eterogenea, venuta ad ascoltare i medley bandistici de La Cura, Centro di gravità, e a conoscere il siciliano più famoso nel mondo, da una trentina d’anni a questa parte.
L’occasione i 100 anni dalla nascita di Pietro Germi, la Ispica da Oscar che Giuseppe Santoro, Marco Ruffino e Giorgio Caccamo hanno organizzato per il secondo anno consecutivo, cercando di legare l’immagine della cittadina a quello del “più sottovalutato dei registi neorealisti italiani”.
Ha collaborato all’organizzazione l’associazione ispicese “Cambiamo davvero”.
Un regista che col suo “Divorzio all’italiana” riuscì a costringere il legislatore a eliminare dal codice penale il delitto d’onore, con una forza politica e mediatica oggi impensabile.
Prima dell’arrivo di Battiato, accompagnato da una irriconosciuta Fleur Jaeggy, poetessa e moglie di Roberto Calasso, papà di Adelphi, un divertentissimo documentario sui retroscena di “Divorzio”, e fra questi l’episodio in cui un figurante speciale ragusano, nella speranza di essere visto più volte nel film, arrivò a fare quattro volte le condoglianze nella stessa scena a Marcello Mastroianni.
L’attore si accorse che nella confusione del set Pietro Germi non si era avveduto del trucco usato dalla comparsa, che faceva una sorta di giro breve, e andava a baciare e ribaciare Marcello con fare luttuoso.
Mastroianni, infischiandosene di bruciare la pellicola, prese a schiaffi mandando a quel paese il figurante. Ebbene, Germi mise la scena nel film!
Fra i documenti, recuperati anche grazie alla figlia di Germi, Marialinda, quello in cui Mastroianni racconta di aver strappato la parte, ingelatinando i capelli, facendosi crescere il baffo, implorando il ruolo di primattore. Mandando le foto di posa a Germi per dimostrarsi convincente come siculo allo stato puro.
Tra gli ospiti della serata Paolo Buonvino, siciliano, degno erede di Nino Rota e Nicola Piovani.
Battiato a parte, la cosa più bella l’ha detta Pietro Germi, in un’ intervista d’archivio, recuperata e proiettata durante la serata: “Perché fare film in Sicilia? Perché i siciliani sono italiani, ma sono italiani più italiani degli altri. I loro caratteri sono accentuati, esagerano, il siciliano è un italiano espresso in tutte le sue potenzialità. E dire, che siamo un popolo che ha tanto riso, da essere preso oggi da una tremenda paura”.
Nelle foto, dopo Mastroianni e Germi,
Battiato, Sebastiano Gesù e Paolo Buonvino;
la poetessa svizzera Fleur Jaeggy.