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Signori, il nuovo Conte di Modica, Carlos Fitz James Stuart

Il figlio di Cayetana

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Siviglia - Prima di sposarsi per la terza volta, Cayetana d’Alba, contessa di Modica, riunì i sei figli davanti a un notaio. In quell’occasione, oltre a spogliarsi di tutti i suoi beni assegnandoli a suo piacere, istituì erede la Fondazione della Casa d’Alba “Hispania Nostra” e, contestualmente, indicò il primogenito, Carlo, come diciannovesimo Duca d’Alba.

Prima di diventare tale, Carlos Fitz James Stuart, duca de Huéscar,  deve ottemperare, però, a delle precise formalità burocratiche richieste dalla legge spagnola e cioè chiedere al re, Filippo VI, il riconoscimento di tutti i titoli vantati dentro i confini del territorio nazionale.

Il termine per inoltrare tale richiesta è di circa un anno dal decesso di Cayetana.

Senza alcun dubbio, la sua richiesta sarà esaudita, anche perché non ci sono motivi validi per non accettarla, tanto più che la madre, da viva, già lo aveva designato tale.

Carlos ha sessantasei anni, è una persona molto garbata, sempre gentile con la stampa anche quando, a volte, questa è particolarmente insistente e invadente.

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Un vero signore. La madre lo abituò da piccolo al contatto con la gente e a sentirsi uguale agli altri. Si è laureato in giurisprudenza presso l’Università Complutense di Madrid come un comune spagnolo; fece, da buon cittadino, la sua brava “mili” (servizio militare) senza pretendere gradi particolarmente importanti. Dal 1979 è alla guida della Fondazione della Casa d’Alba, istituita dalla madre, i cui fini sono mecenatismo, conservazione e promozione artistica e culturale dell’immenso patrimonio di famiglia.

Nel 1988 sposò Matilde de Solis-Beaumont y Martinez Campos figlia dei marchesi de la Motilla. Dal matrimonio nacquero due figli Cayetano e Carlos. Cayetano oggi ha ventiquattro anni e il fratello ventitre. Per una serie di vicissitudini, poi, questo matrimonio fu annullato dalla Sacra Rota.

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Come la madre, ama molto l’arte, la musica, la pittura.

È una persona mite e molto alla mano, seppure d’aspetto riservato e discreto, per qualche verso addirittura timido.

Personalmente io ho avuto la fortuna di conoscerlo proprio nel famoso Palazzo di Liria di Madrid qualche anno fa.

Mi presentai a lui nell’ambito di alcune ricerche sulla Contea di Modica. Fu di un’affabilità commovente e mi espresse, in quell’occasione, facendomi mille domande, il desiderio di conoscere la Contea siciliana per la quale tanto aveva lottato il nonno allo scopo di rivendicarne la titolarità.

Mi spiegò che il titolo, in quanto tale, era importante solo perché testimonianza certa e documentata della storia della sua famiglia, senz’altra ragione o araldico motivo.

Sempre in quell’occasione gli lanciai, allora, l’idea di un eventuale viaggio. Ricordo la luce ardente dei suoi occhi e un sorriso possibilista come risposte al mio invito.

Ritornai altre volte al Palazzo di Liria, da oggi sede ufficiale e anche legale della fondazione “Hispania Nostra”, ma non ebbi più l’occasione d’incontrarlo.

Ad ogni modo non è un problema ottenere un contatto.

Ma saprà la città di Modica considerare seriamente la possibilità di offrire una cittadinanza onoraria, per esempio, a una persona che ha fatto della sua vita un autentico servizio alla cultura europea e a quella del mondo?  


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