Scicli - Nella casa di via Lido, a Donnalucata, l’avvocato Carlo Ranzani –impresario- teneva le riunioni con i suoi più stretti collaboratori, in vista del concerto dell’anno.
Pino Daniele si sarebbe esibito allo stadio Ciccio Scapellato di Scicli.
L’arsura e la canicola di agosto rendevano afoso ogni gesto.
Un manipolo di uomini, fedelissimi dell’Avvocato per antonomasia, che non esercitava il titolo, tanto quanto l’Agnelli di Torino, pendeva dalle labbra di Ranzani, prendendo appunti a memoria, di ogni suo ordine.
“Turiddu! Tu devi sorvegliare. Che nessuno salga sul palco!”
Il terrore dell’organizzatore era che a porte aperte, durante il pomeriggio agostano, qualche fan di Pino Daniele potesse intrufolarsi fra gli operai che montavano il palco, e andare sino al Sancta Sanctorum disturbando il cantante napoletano.
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Turiddu recepì l’ordine, con la fedeltà che si conviene al soldato. Il meriggio si appalesò più caldo e torrido delle previsioni. Si attendeva il grand sound, detto anche sound check. Turiddu, basso di statura, dai modi spicci e sbrigativi, viveva di venerazione per l’Avvocato, e per lui solo. Arrivò intorno alle cinque del pomeriggio, Pino Daniele. Tono dimesso, senza atteggiamenti da star. Salì sul palco, per imbracciare la chitarra. Turiddu, lungi dal riconoscere il personaggio, fulminò: “Signor Lei, scinnissi pi subbito. Scenda. Immediatamente”. “Scusi –ribattè Pino Daniele incredulo-. Io sono qui per lavorare…” “Anche io. Forza. Scendi dal palco. L’avvocato Ranzani mi ha detto che nessuno deve salire”.
La commedia degli equivoci durò qualche minuto, fin quando il cantautore non sbottò: “Scusi, buon uomo, io sono Pino Daniele!”. E l’interlocutore, senza tema di ingaggiare un confronto: “E iu sugnu Turiddu u nanu!” Giusto il tempo che gli altri si accorgessero della catastrofe che stava accadendo, uno dello staff spiegò: “Turiddu, lui è il cantante, Ranzani vuole che solo lui salga sul palco”. Pino Daniele rimase colpito dalla genuina umanità di Turiddu. E dopo aver salutato un altro personaggio di Scicli, Turdumè, dal palco, durante il concerto, l’indomani volle Turiddu con se in macchina fino all’aeroporto di Catania. In lui trovò la fedeltà e l’amicizia. Senza sconti.
Foto Luigi Nifosì