Cultura Youtube

Piffer, l'uomo dei cartoni animati

Un canale co 18 mila iscritti



Lui è un giornalista professionista del Trentino Alto Adige, abita a Trento da una vita e lavora per un’emittente radiofonica da 16 anni, Radio Dolomiti, ma non è questo il motivo per cui è conosciuto in tutta Italia. Stefano Piffer, 41 anni, laurea in lettere classiche, è molto famoso fra gli appassionati di cartoni animati anni ’80 (e non solo) e gli youtuber che si occupano di argomenti affini per aver aperto circa un anno fa un canale e una pagina facebook dal titolo “cartoni in tre minuti”. Attualmente, il canale conta 18.500 iscritti ed è uno dei più seguiti in assoluto. Divertenti, ironici e con un pizzico di autobiografia: sono questi i tre elementi essenziali che caratterizzano tutti i suoi video, da Mila e Shiro a Lady Oscar, da Genny la tennista fino a Goldrake. I suoi video non vogliono raccontare la trama di un cartone: piuttosto, ironizzano alcuni aspetti dell’animazione giapponese o del doppiaggio italiano, arricchiti con aneddoti autobiografici e “marchi di fabbrica” diventati ormai noti nella community di youtube. Inoltre, grazie a lui abbiamo conosciuto anche cartoni quasi dimenticati, come ad esempio La balena Giuseppina o Carletto il principe dei mostri. Partito quasi per scherzo con “Mila e Shiro” ( il suo primo video in assoluto), Stefano Piffer oggi ha realizzato circa 90 video, aggiungendo alla lista dei cartoni animati anche racconti su ciò che si usava negli anni ’80 (oggetti, mode, perfino le merendine e le riviste) e, da poco tempo, ha iniziato a dedicarsi anche alle serie TV “cult” di quegli anni.

Da giornalista a youtuber. Com’è nata l’idea di realizzare il canale?
“L’idea è nata veramente per caso, l’anno scorso. Avevo voglia di fare qualcosa di diverso rispetto alla serietà che impone la professione di giornalista. Ho studiato lettere classiche convinto che la mia strada fosse l’insegnamento, invece come insegnante ero proprio una tragedia umana. Allora, ho deciso di ripiegare su un ambito per certi versi affine, cioè quello del giornalismo. Ho iniziato a collaborare con alcune emittenti locali, poi ho fatto l’esame da professionista e infine sono approdato a Radio Dolomiti. Pensavo che sarebbe stato un lavoro temporaneo e invece sono qui da 16 anni. Youtube, invece, è nato l’anno scorso. Seguivo una pagina che prendeva in giro l’animazione giapponese e allora ho deciso di inviargli il mio primo video: Mila e Shiro. Non avevo idea di cosa fosse youtube, non sapevo neanche come funzionasse, non sapevo nemmeno che si potessero lasciare commenti. Di colpo, mi sono ritrovato una marea di richieste d’amicizia. Allora ho deciso di farne un altro e così adesso siamo arrivati a 90 video”.

Tu ti dedichi, oltre ai cartoni, anche di altro: gli anni ‘80
“All’inizio ho iniziato con i cartoni ma sono molto innamorato degli anni ’80, perché era un periodo bello, e lo associo alla giovinezza. Quasi tutto ciò che c’è oggi è un’evoluzione degli anni ’80, dalla Tv ai videogiochi. E’ il mito degli anni ’80”.

Qual è il pubblico che segue il tuo canale?
“Attualmente ho 18.500 iscritti e sinceramente pensavo che i miei video potessero essere seguiti principalmente da quelli un po’ più vecchiotti. Invece devo dire che la fascia più rappresentata è quella che va dai 24 ai 36 anni, indifferenti fra uomini e donne. Sono soprattutto italiani, ma ci sono anche iscritti dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Inghilterra. Presumo siano italiani residenti all’estero. Ogni video, però, ha target diversi. Mi ha sorpreso, ad esempio, che Georgie sia più visualizzato da uomini che da donne”.

Quando decidi di realizzare un video segui un tuo gusto personale o c’è un accordo fra i vari youtuber che magari trattano gli stessi argomenti?
“Seguo il mio gusto personale, che va dalle maghette agli animi sportivi. Però su youtube c’è un accordo non scritto con gli altri youtuber nel senso che evitiamo di fare le stesse cose. Ognuno affronta poi gli argomenti in modo diverso”.

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Quali sono le caratteristiche principali dei tuoi video?
“Diciamo che taglio la trama rapidamente, non è quello infatti lo scopo dei miei video. Io non racconto le trame dei cartoni in maniera dettagliata. Piuttosto, inserisco spesso dei ricordi personali. Soprattutto, mi piace leggere i commenti degli utenti perché è un modo per entrare in contatto con loro. In questo momento, mi sto soffermando di più sui video dedicati agli anni ’80 proprio per questo motivo”.

Hai in mente di evolverti ancora di più? Cosa troveremo prossimamente sul tuo canale?
“L’evoluzione è casuale. Ad esempio, uno degli ultimi video che ho realizzato è stato dedicato alla serie tv Love Boat. Queste serie, al pari dei cartoon, erano abbastanza presenti. Quelli dedicati agli anni ’80 parlano sicuramente più di me. In ogni caso, seguo il mio gusto personale. Non farò mai ad esempio un video su cosa c’è nel mio I-phone”.

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Quanto tempo impieghi, in genere, per realizzare un video?
“Il primo video è stato un parto trigemino, ci avrò messo più di mezza giornata. Poi ci si fa l’abitudine. Di solito lo butto d’istinto, poi lo speakeraggio va abbastanza veloce. Montarlo è veramente difficile. Adesso però va un po’ meglio”.

C’è qualcuno dei tuoi video a cui sei particolarmente legato?
“Ci sono video che mi hanno dato conferme. Ad esempio Lady Oscar. Alcuni utenti di youtube, infatti, arrivano al mio canale proprio da quel video. Oppure tornano spesso a riguardarselo. Mi sono molto divertito a farlo. Ma sono molto legato anche a Mimì e la nazionale di pallavolo (non Mimì e le ragazze della pallavolo che come dico sempre era la versione per spettatori poveri con un unico doppiatore). Devo dire che sembra che il genere per maschietti, tipo Goldrake o L’uomo tigre non ha funzionato tantissimo. Alcuni utenti, infatti, hanno pensato che volessi prendere in giro quelle opere: youtube regala commenti indescrivibili. In realtà, vuole essere un omaggio, sono io il primo estimatore”.

Secondo te qual è il motivo del tuo successo? Perché i tuoi video piacciono tanto alla gente?
“Per quanto riguarda i video sugli anni ’80, penso che siano legati ad esperienze personali, più o meno belle. E i cartoni fanno parte degli anni ’80, come la musica o i vestiti. C’è il ricordo di un’era e una certa voglia di evasione associata alla spensieratezza”.


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