Cultura Cartoni animati

Death Note, il quaderno della morte

Intrighi polizieschi



“L’umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà”. Questa è la prima regola del Death Note, l’oggetto sovrannaturale che dà anche il nome all’omonimo manga di genere shonen scritto da Tsugumi Oba. Il male si può combattere solo con il male? Esiste una giustizia divina? Può un uomo con un potere simile diventare il dio di un nuovo mondo? L’anime è andato in onda in Italia per la prima volta su MTV nel 2006 ed è composto da 37 avvincenti episodi. Death Note è stato un vero caso: in Giappone è uscito nel 2003 e da allora ha avuto un successo planetario sia per gli affascinanti intrighi polizieschi, sia per la tematica rivoluzionaria, almeno per l’epoca. E nonostante sia passato già qualche annetto rimane davvero uno dei migliori prodotti dell’animazione giapponese, profondo e intenso, con un protagonista antieroe che persegue comunque un suo ideale di giustizia e incarna i nostri desideri più nascosti, ciò che di malato c’è nell’animo umano, qualcosa che non riusciremmo a dire nemmeno al confessore. La trama è avvincente, un thriller psicologico ben congegnato, con pochissime scene di azione fisica. Death Note è il racconto di una battaglia mentale fra due geni: Light Yagami (Raito Yagami in Giapponese) e il misterioso detective L. Così diversi, eppure così simili.

L’INIZIO
Tutta la vicenda inizia quando Light Yagami, uno studente modello annoiato, vede cadere un quaderno nel cortile della scuola. Incuriosito lo raccoglie e legge la scritta Death Note, ovvero “il quaderno della morte”. All’interno, una serie di regole tra cui la prima e fondamentale: l’umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà. Altre regole spiegano che, se non viene specificata la causa, la morte avverrà dopo 40 secondi per arresto cardiaco. L’importante è avere bene impresso il volto della persona che si intende far morire per non uccidere eventuali omonimi. Naturalmente, all’inizio Light pensa che si tratti di uno scherzo ma decide di testare ugualmente il quaderno su un sequestratore visto al telegiornale. Quando si accorge che il potere del quaderno è vero, decide di utilizzare il Death Note per un fine ben preciso: ripulire il mondo dai criminali per debellare definitivamente il male e diventare, in questo modo, “il dio di un nuovo mondo”. Si scopre ben presto che il quaderno è stato lasciato cadere nel mondo degli umani da uno shinigami, un dio della morte, di nome Riuk che dovrà rimanere vicino a Light fino a quando quest’ultimo non morirà. Light allora inizia a giustiziare i criminali tanto che l’Interpool si accorge della sua presenza e per scoprire chi sia in grado di uccidere a distanza decide di contattare il miglior detective del mondo: L. Nessuno, però, ha mai visto L in faccia: il detective, infatti, parla solo attraverso il computer del fido Watari. Inizia così una delle vicende più intriganti della storia dei manga: una battaglia psicologica fra Light Yagami ed L, fra colpi di scena e dei della morte. Nel frattempo la leggenda di Kira (traslitterazione in giapponese della parola Killer) comincia a diffondersi fra la gente, in particolare su internet. Kira-Light Yagami diventa un giustiziere, viene visto come l’incarnazione del bene, l’unico che può davvero sconfiggere il male e debellare il crimine dal mondo.

IL DEATH NOTE
I possessori di un Death Note, secondo le parole dello shinigami Riuk, sono destinati all’infelicità. Chiunque lo usi, infatti, decreta la morte di un altro essere umano e di solito chi ne entra in possesso lo utilizza per scopi utilitaristici. Questo è ben evidenziato nella serie quando il Death Note entra in possesso di Higuchi che lo utilizza per eliminare i suoi concorrenti finanziari e arricchirsi. Stessa cosa, ma per motivi diversi, capita quando un altro Death Note viene utilizzato da Misa Amane: la ragazza in stile gothic lolita, idol giapponese di grandissima fama, si mette al servizio di Light perché ammiratrice di Kira e si innamora a prima vista di quest’ultimo. Light sfrutterà senza pietà la ragazza, facendole credere di amarla. Le differenze fondamentali fra uno shinigami e un umano possessore di Death Note sono due: gli shinigami rubano gli anni di vita agli umani per restare in vita e inoltre gli occhi di uno shinigami permettono di vedere il nome dell’umano che intendono uccidere. E’ possibile effettuare lo scambio degli occhi fra un umano possessore di Death Note e uno shinigami: in questo modo, gli occhi di un umano acquistano le stesse proprietà di un dio della morte ma a caro prezzo: metà della propria vita. In ogni caso, lo scambio degli occhi non permette l’allungamento della vita degli umani. Light non effettuerà mai lo scambio, mentre sfrutta Misa che lo farà per ben due volte.

GLI DEI DELLA MORTE: RYUK E REM
Gli dei della morte, ovvero gli shinigami presenti nell’anime, vivono in un mondo ultraterreno e sono talmente annoiati da lasciarsi morire. Ryuk, lo shinigami di Light, decide di far cadere il quaderno nel mondo degli umani “perché si annoiava”. Sentiamo pronunciare la stessa frase anche a Light: “che noia”, oppure “questo mondo fa schifo”. Sembra esserci, dunque, una certa concordanza di carattere e di intenti fra i due anche se Ryuk lo precisa subito: il suo ruolo è solo quello di uno spettatore passivo. A lui non importa nulla degli umani ma si limita a commentare, ogni tanto, “gli umani sono proprio uno spasso”. Diverso, invece, il caso di Rem: il dio della morte di Misa, infatti, si affeziona alla ragazza e alla fine dona la vita per lei: l’unico modo, infatti, per uccidere un dio della morte, è quello di “salvare” un umano interferendo con il normale corso della sua vita. In pratica per uccidere un dio della morte basta far si che si innamori un essere umano. Misa, commenta: “Che modo stupendo per uccidere”.

LA BATTAGLIA FRA L E LIGHT: IL CONCETTO DI GIUSTIZIA TERRENA
Si tratta di uno degli scontri psicologici più belli mai raccontati: il detective L sospetterà ben presto del figlio del sovrintendente di Polizia Soichiro Yagami, cioè di Light: troppo perfetto, troppo intelligente, con il tipico atteggiamento infantile di chi detesta perdere. Sono tanti gli stratagemmi messi in atto dal detective per cercare di smascherare Light ma quest’ultimo non riuscirà mai a farsi scoprire le carte. La trama ha un climax ascendente in cui viene esaminato il concetto che i due hanno della giustizia. Per Light la cosa importante è diventare il dio di un mondo senza crimine, in cui l’unico “cattivo” rimasto è sostanzialmente lui. Non importa a quale scopo: non esista ad eliminare chiunque si metta sulla sua strada se considerato pericoloso, come i 12 agenti dell’FBI o Naomi Misora, la fidanzata di un agente che aveva scoperto alcune cose interessanti su Kira. In un episodio valuta anche la possibilità di uccidere la sorella. Light, nel corso della serie, diventa “un impeccabile dio della morte”: lo scopo è più importante di qualsiasi cosa e alla fine appare quasi trasmutato anche nelle fattezze fisiche. Il suo sogno diventa un delirio di onnipotenza e per usare le parole di Near: “Sei solo un serial killer psicopatico che si illude di poter diventare un dio”. L, invece, incarna un ideale di giustizia terreno, in cui i criminali devono essere catturati e consegnati alle forze di polizia. Entrambi, dunque, si battono per il medesimo scopo: ripulire il mondo dai criminali sono che uno ha scelto la via del dio della morte, l’altro la via della giustizia terrena. Light è dunque un esempio di classico personaggio scisso: è uno studente modello e un pericoloso assassino, Kira. Near è il successore “ufficiale” di L perché quest’ultimo a metà della serie verrà ucciso da Rem, lo shinigami di Misa, per volere di Light. La morte di L rappresenta uno dei momenti più commoventi di tutto il manga: il personaggio più carismatico, infatti, ci rimette la sua stessa vita per catturare Light, diventato in un certo senso, il suo unico amico visto che lui stesso gli chiede di partecipare alle indagini. Con la morte di L, Light ne prende il posto e diventa lui il nuovo L, insieme al ristretto gruppo di poliziotti scelti dal padre, inaugurando per un certo periodo “il regno di Kira”. Ma alla lunga la battaglia sarà vinta da L: i suoi successori, ovvero Near e Mello riusciranno a smascherarlo e per Light sarà la fine. Durante la serie, inoltre, perderà la vita anche il padre di Light, Soichiro Yagami, forse il personaggio più umano di tutta la serie. Nonostante tutto, morirà felice perché crede che il figlio non sia Kira. Riuk spiega che Soichiro non ha utilizzato il quaderno pur avendone avuto la possibilità e per questo è morto felice. Light, invece, verrà smascherano e ferito a morte da Matsuda, un altro poliziotto e morirà accasciato sulle scale di un vecchio magazzino di arresto cardiaco: Riuk, infatti, così come gli aveva preannunciato, si sarebbe preso la sua vita alla fine dei suoi giorni. Ma non c’è paradiso o inferno per i possessori del Death Note: a loro, infatti, è riservato solo il nulla.


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