Attualità Ispica

Il Giovedì Santo piccolo di Ispica

La Patèna

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Ispica - Il martedì che precede l’inizio della Quaresima, con il mercoledì delle S. Ceneri, quando ancora le vie del paese sono popolate dai bambini che salutano il Carnevale, a Ispica si celebra la festa della “Patena”. La “Patena” è un prezioso disco d’argento cesellato in cui è incastonato un frammento della Santa Croce. E' il "piatto" su cui il sacerdote adagia l'ostia durante la celebrazione eucaristica. Il nome deriva dal latino patìna che indica, appunto, il "piatto" ma molti preferiscono la radice greca "pathein" riconducibile al sentimento di forte passione e sofferenza.

Dopo la celebrazione della SS. Messa, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, i Confrati e i Fazzoletti Rossi con gli stendardi, seguiti in processione dalla Banda della Città e dal popolo, con i bambini ancora in maschera, accompagnano la reliquia tenuta dal Prete sotto un telo rosso e dorato per le vie del centro storico, nelle immediate vicinanze della Chiesa. Dopo circa un’ora la “patena” è nuovamente in Chiesa e i fedeli si accalcano davanti all’altare del Cristo alla Colonna per il primo grido dell’anno “a Culonna”. E’ indescrivibile l’emozione che in questo momento, pochi secondi, si sprigiona. Le lacrime brillano negli occhi dei presenti. Occhi lucidi e nodo in gola. E’ un grido che sancisce il forte legame tra tutta la comunità e Gesù flagellato.

Il martedì della Patena è una giornata partecipata al punto da essere chiamata “Giovedì Santo Piccolo”.

La festa della Patena ha origine nell’ antico calendario liturgico siciliano, che celebrava il ricordo della flagellazione di Gesù, il martedì precedente il mercoledì delle Ceneri.

Dopo questa giornata il “disco” d’argento con la reliquia della S.Croce viene posto sul capo della statua del Cristo alla Colonna, come aureola. La reliquia fu donata circa tre secoli fa, dopo il tremendo terremoto del 1693, da don Maurizio Statella, miracolosamente scampato alla tragedia, alla Chiesa di Santa Maria Maggiore. A sua volta, egli l’aveva ricevuta da frate Giovan Battista con il sigillo del cardinale Francesco Baldacchini che ne attestava la donazione. La “patena” venne autenticata dalla curia vescovile di Siracusa il 22 luglio del 1624.

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