Attualità Scicli

Caro Briatore, impara da Rania di Giordania, e dal suo gelato a Scicli

Da La Sicilia

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/28-08-2017/caro-briatore-impara-rania-giordania-gelato-scicli-500.jpg Rania di Giordania


Catania - Flavio Briatore, il geometra Flavio Briatore, diplomatosi con una tesina sulla costruzione di una stalla, ha detto che in Sicilia il turista non viene per la cultura, ma per farsi il bagno e mangiare bene: "per fare turismo culturale si va altrove".
Tempo fa, in questa stessa rubrichina, scrissi più o meno la stessa cosa, suggerendo di cambiare lo slogan da "In Sicilia il Turismo è Cultura" a "In Sicilia il Turismo è Turismo". Ma le intenzioni erano completamente all'opposto. Intendevo dire che la cultura siciliana era così famosa nel mondo che forse era il caso di pubblicizzare le nostre coste, il nostro cibo, la nostra Etna.

Flavio Briatore, invece, sostiene che il turismo culturale in Sicilia non si fa. Bisogna capirlo, il geometra, abituato da sempre a frequentare veri ricchi senza mai diventarlo di suo, ha quell'atteggiamento del parvenu (arrinisciutazzo) che apre il portafoglio in pubblico per fare vedere la grana (mentre, ad esempio, la regina di Giordania, andando a prendere un gelato a Scicli, si scusò per non avere contante con sé). Era qui per il Google Camp, nella Valle dei Templi di Agrigento, evento frequentato da quei ricchi del mondo che Briatore vorrebbe scimmiottare senza neanche averne idea.
La sua idea del Turismo è quella presa genialmente in giro dall'indimenticabbile Guido Nicheli, il "cumenda": un turismo di "cafonauti" alla ricerca di commesse che s'infernano in tacchi dodici sperando nel colpo della loro vita. E' ovvio che un piccolo borghese come Flavio Briatore non riesca a vedere nella Sicilia la nostra storia, la nostra cultura, talmente eccessiva che si hanno problemi (e non si dovrebbe averli) nella gestione dell'immenso patrimonio artistico.
Si veniva a villeggiare durante il Grand Tour che l'alta aristocrazia europea faceva nel Sette e nell'Ottocento. Truman Capote, Gore Vidal, Steinbeck. Si riceveva (e ancora si riceve in segreto) nei palazzi nobiliari. Si prendeva qualche nobel per la letteratura e si gustava la granita sentendo l'eco storico dei drammi greci.
Questi invece hanno due lirette per bere champagne pessimo e farlo pure pagare ai loro stessi amici. Servitù che scimmiotta.

Tratto da La Sicilia


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