Victoria Cabello. Gli ultimi anni sono stati un incubo per Victoria Cabello, 42 anni, londinese. Ora il suo ritorno in televisione dopo tre anni, finalmente guarita da una malattia — quella di Lyme, un batterio che attacca le zecche e viene così trasmesso all’uomo — — chein Italia ancora poco conosciuta
«All’inizio mi sentivo tremendamente stanca, poi la cosa è andata peggiorando, ma non si arrivava a una diagnosi. Del resto sono sempre stata un po’ avanti: anche in questo caso sono il primo personaggio pubblico in Italia ad aver sofferto di questa malattia. Resto una trend setter». Scherza, come è abituata a fare per ogni cosa, su un problema che poteva essere più grave di quanto già è stato. Lo sa, in questi anni ha studiato: «Sono diventata la Carlo Verdone (noto ipocondriaco, ndr) dei parassiti: so tutto. Una sera, ubriaca, ho anche comprato un dominio: The Health Pusher. E ora sogno un programma di medicina con Luciano Onder».
Ma cosa è questa malattia e chi ne può soffrire?
Le persone più a rischio sono ovviamente gli escursionisti, che entrano facilmente in contatto con la natura.
La Malattia o Morbo di Lyme o Borreliosi è un’infezione veicolata dalle zecche che colpisce soprattutto la pelle, le articolazioni, gli organi interni e a volte il sistema nervoso. Se ne fa oggi un gran parlare perché ad esserne colpite sono state (anche) la famosa modella statunitense Bella Hadid e sua madre Yolanda Foster, che hanno racchiuso la loro esperienza in un libro. Ma che cos’è nello specifico la malattia di Lyme? E quali sono le cure?
La malattia di Lyme o Borreliosi (l’agente patogeno è la Borrelia), che prende il nome dall’omonima cittadina americana in cui fu descritto il primo caso nel 1975, è più comune di quanto si pensi, tanto che è consideratala più frequente patologia umana trasmessa dalle zecche.
Fa parte del gruppo delle antropozoonosi, ovvero di quel gruppo di malattie che possono essere trasmesse dagli animali vertebrati all’essere umano: vettore dell'infezione, infatti, sono le zecche, che, si infette per aver morso un animale malato, può trasmettere l'infezione all'uomo.
Le zecche sono dei parassiti ematofagi che vivono sulla cute dell'animale, al quale si attacca attraverso il proprio rostro. Succhiando il sangue dell'ospite si ingrossano per poi diventare adulte e liberare sul terreno molte uova, dando vita così ad un nuovo ciclo.
Possono infestare in qualsiasi periodo dell'anno, ma sono più frequenti dalla primavera all'autunno, quando il clima è più caldo e umido. Tutti i cani possono essere interessati, ma soprattutto quelli che frequentano zone boschive, dove è maggiore la presenza di animali selvatici (possiamo includere in tale categoria quindi i cani da caccia).
La malattia di Lyme è causata principalmente dal batterio Borrelia burgdorferi sensu striato, che è presente in Europa ed è l’unico agente di infezione nel Nord America. Ma ci sono anche il Borrelia afzelii e il Borrelia garinii, che si trovano invece in Europa, in Asia e in Africa. I principali veicoli dell’infezione possono essere, oltre ai cani, anche animali selvatici come roditori, caprioli, cervi, volpi o lepri.
Il morso della zecca è indolore, pertanto tende a non essere riconosciuto immediatamente; la prevenzione, anche in questo caso risulta importantissima, dal momento che evitare il contatto con le zecche abbatte il rischio di contrarre la malattia di Lyme. A detta di ciò, è comprensibile come durante le escursioni montane si debba porre particolare attenzione, dato che le zecche tendono a riprodursi proprio in questi luoghi.
Il rilevamento di una zecca sulla pelle deve allertare il soggetto: in questi casi, si raccomanda di asportare delicatamente la zecca con una pinzetta, senza schiacciarla o strapparla, e di disinfettare la zona. Per assicurarsi che la zecca non abbia creato danno e trasmesso la malattia di Lyme, si consiglia un immediato controllo medico.
Si osserva che per i pazienti in cui la malattia di Lyme viene riconosciuta sin dai primi sintomi, e prontamente trattata, la prognosi è buona.
La terapia d'eccellenza è costituita da antibiotici, il cui trattamento va generalmente proseguito per tre settimane; i corticosteroidi possono completare la terapia antibiotica in caso di malattia di Lyme particolarmente aggressiva.