Artrite reumatoide. Novità positive per gli oltre duecentomila pazienti affetti da #Artrite reumatoide: sta per essere introdotta anche in Italia il Baricitinib, il nuovo #farmaco in forma di pillola [VIDEO] in grado di bloccare le infiammazioni e ridurre il dolore che sarà rimborsabile dal#Servizio Sanitario Nazionale. E' un farmaco rivoluzionario, innanzitutto per gli ottimi risultati ottenuti in fase di sperimentazione e poi in quanto la sua assunzione per via orale faciliterà la somministrazione della terapia grazie alla riduzione dei disagi connessi alle cure, quali spostamenti e assistenza.
Baricitinib, come funziona la pillola contro l’artrite reumatoide
Il Bariticinib è un farmaco che troverà applicazione nelle terapie di secondalinea contro le degenerazioni causate dall’artrite reumatoide. Questo vuol dire che la prima terapia da affrontare sarà sempre quella di tipo tradizionale basata sull’uso del metotrexate che però, secondo le statistiche, non porta giovamento ad una percentuale di pazienti compresa tra il 40 ed il 50 per cento. In questi casi interviene il nuovo farmaco che ha effetti, inibendoli, sugli enzimi Janus chinasi 1 e 2 i quali agiscono sulle proteine (citochine) infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia.
I primi risultati sul controllo della malattia sono stati registrati fin dai primi giorni di somministrazione di una pillola da 4 milligrammi al giorno. Progressi che sono stati successivamente confermati dopo 24 e 52 settimane di trattamento, come riportato dagli studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche quali ‘New England Journal of Medicine’ e ‘Annals of Rheumatic Diseases’.
Il farmaco contro l’artrite reumatoide rimborsabile dal SSN
L’efficacia della terapia con Baricitimib è stata ampiamente riconosciuta dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco e poi di dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco che ne ha approvato la rimborsabilità [VIDEO] da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Si tratterà di una vera e propria rivoluzione per i pazienti affetti da artrite reumatoide, una malattia che danneggia gravemente le articolazioni causando invalidità nel 50 per cento dei casi e, se non curata in modo ottimale, ad una percentuale di disabilità nell’80 per cento dei soggetti colpiti.
La praticità di una cura per via orale, come nel caso del Baricitinib, comporterà una maggiore aderenza alle terapie curative, in quanto meno invasiva e traumatica rispetto alle tradizionali cure via ago, con la conseguenza di vedere ridotte le percentuali di disabilità conseguenti ad una cura non seguita perfettamente come da protocollo. Nonostante il nuovo farmaco sia indicato essenzialmente nelle terapie di seconda linea, la sua efficacia è stata registrata anche nei casi di forma moderata della malattia trattata fin da subito con il Baricitinib.
Baricitinib indicato per le forme di artrite «refrattarie»
L’altra novità di Baricitinib è data dal meccanismo d’azione: inibendo gli enzimi Janus chinasi 1 e 2 che modulano i segnali delle citochine infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia, il farmaco blocca contemporaneamente l’effetto di diverse proteine (citochine) infiammatorie. «Si tratta di un importante progresso per i pazienti, perché tra il 40 e il 50 per cento non ottiene miglioramenti dal trattamento di prima linea che solitamente si basa sull’uso del metotrexate - afferma Roberto Caporali, docente di reumatologia all’Università di Pavia -. L’efficacia di questa terapia viene misurata a tre e poi a sei mesi, per valutare il raggiungimento di uno stato di controllo dei sintomi e, possibilmente, di remissione della malattia.