Cronaca Pozzallo

Segen, storia del migrante eritreo morto di fame a Pozzallo

Era fuggito dall’Eritrea, era rimasto un anno e mezzo in un centro di detenzione in Libia

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Pozzallo - Morto per fame. "Sembrava un uomo scampato da un lager nazista, era pelle e ossa, senza un filo di adipe, con i muscoli ipotrofici. È stata una scena terribile". Roberto Ammatuna era presente quando lunedì 12 marzo una nave della ong spagnola Proactiva Open Arms ha raggiunto Pozzallo, il Comune siciliano di cui è sindaco. Subito dopo l’attracco un medico del porto è salito a bordo per verificare — come si fa di consueto — che nessuno dei 92 migranti imbarcati fosse affetto da qualche malattia di carattere epidemico. La sua attenzione è stata quindi catturata da un ragazzo incredibilmente magro, con evidenti problemi respiratori. Lo ha fatto sbarcare per primo. Il giovane è stato condotto all’Ospedale Maggiore di Modica per una presunta tubercolosi polmonare.

Nel giro di qualche ora è morto in un letto d’ospedale mentre si apprestava a fare una Tac. "La causa del decesso è stata una cachessia — ossia un deperimento — polmonare", specifica Ammatuna, che è anche il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Modica.

Si chiamava Segen, aveva 22 anni, racconta Kepa Fuentes, fotogro della missione di salvataggio. Segen era in fuga dall’Eritrea, il suo Paese d’origine.  Le condizioni di Segen, che pesava 35 chili per 1,70 m d’altezza, non erano invece state giudicate abbastanza gravi da giustificare un’evacuazione d’emergenza. «Quando lo abbiamo soccorso era in ipotermia e presentava chiari sintomi di disidratazione e di malnutrizione», spiega Guillermo Cañardo, coordinatore del team medico di Open Arms. «Lo abbiamo riscaldato con delle coperte isotermiche, ha assunto cibo e acqua per via orale».
Prima di tentare la traversata del Mediterraneo, Segen in Libia c’era rimasto un anno e mezzo. Nei suoi racconti stentati aveva accennato a un «carcere» e aveva detto di essere stato trattenuto con la forza e schiavizzato. 

"Troviamo casi sempre più gravi. Da quando l’Italia e l’Unione Europea stanno negoziando con la Libia, la condizione dei migranti che riescono a raggiungere le coste europee è in continuo peggioramento".

"Che senso ha distinguere fra migranti economici e migranti politici?", si chiede Ammatuna, il sindaco di Pozzallo, aggiungendo che i migranti a bordo della nave Proactiva su cui viaggiava Segen (alcuni dei quali sono affetti dalla scabbia) si trovano nel centro della cittadina siciliana. "Se non ci facciamo carico di loro, queste persone sono condannate a morte. Che sia di fame o per la guerra".


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