Palermo - In Sicilia di diabete si muore più che nel resto d'Italia. Gli ultimi dati ufficiali, frutto di uno dei più importanti studi internazionali, descrivono un'emergenza che va perfino al di là dei numeri visto che gli speicialisti avvertono che c'è una gran parte dei diabetici che ancora non sa di esserlo e non risulta quindi nelle statistiche. Il tutto è acuito nell'isola da sedentarietà, dieta sbagliata e scarsa prevenzione. Perfino i bambini sono ormai soggetti a rischio, visto che la Sicilia ha anche il record di obesità infantile.
L’Italian Diabetes e Obesity Barometer Report. Appena pubblicato, rivela che l'incidenza della malattia in Sicilia è del 6% della popolazione: significa che 304.456 persone sono diabetiche. A queste va aggiunta la quota di chi non sa di esserlo. Ma il dato più preoccupante è quello dell’obesità infantile: i bimbi siciliani fra gli otto e i nove anni in sovrappeso sono il 23,2% e quelli già dichiarabili obesi sono il 13,9%. “La Sicilia è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori rispetto alla media nazionale” scrive il Barometer Report.
Sono tristi primati che hanno anche un costo elevato per le casse pubbliche, visto che qui c’è il più alto consumo di farmaci per curare il diabete. “Alla base dell’alta incidenza della malattia – commenta Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di riferimento di Diabetologia e Microinfusori – ci sono cattive abitudini alimentari. Si preferisce il cibo da fast food, e in genere quello troppo ricco di calorie, piuttosto che la dieta mediterranea. Si eccede con le tre polveri bianche: farina, zucchero e sale. Si bevono troppe bevande gasate E si fa poca attività fisica”. Nell’Isola il 58,4% della popolazione dichiara di non svolgere alcuna attività fisica, a livello nazionale la percentuale scende al 39,2%. Il risultato di questi errori a catena è un tasso di mortalità in Sicilia più elevato che nel resto d’Italia, soprattutto per gli uomini (scende un po’ nel caso delle donne).
Lo stesso Barometer Report segnala però che da qualche anno in Sicilia si sta tentando una inversione di tendenza. La Asp di Palermo, insieme all’ospedale di Partinico, ha creato su un sistema di prevenzione capace di intercettare i soggetti a rischio che vengono poi registrati e seguiti a diversi livelli clinici per evitare che siano poi vittime del diabete e delle sue complicanze: e non a caso a Palermo stanno diminuendo le amputazioni del piede. Il Barometer Report segnala anche le strutture di Caltanissetta e Catania fra le più all’avanguardia nell’applicazione delle strategie nazionali.
Ora però questi modelli diventeranno la normalità in tutte le Province. L’assessore Ruggero Razza ha appena approvato e pubblicato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per la gestione integrata del diabete. E’ un protocollo a cui tutte le Asp dovranno attenersi per fronteggiare il diabete. “Prevede per esempio – commenta ancora Provenzano – che il medico di base individui i soggetti a rischio, magari per la presenza di casi in famiglia o perché obesi, e li indirizzi verso controlli che possono prevenire la malattia. I pazienti vengono registrati e seguiti a seconda del livello di rischio o della malattia dallo stesso medico o in regime ospedaliero da specialisti. Ogni tre mesi viene controllata l’emoglobina glicata, ogni 6 mesi si verificano i reni, una volta all’anno gli occhi. Il sistema è quello del day service”. I soggetti a rischio o quelli già diabetici verranno quindi d’ora in poi seguiti da una rete di medici di famiglia, dietisti, diabetoligi, cardiologi, nefrologi, oculisti.