Acqua, limone, zucchero e mentuccia. Ed eccovi servito il Nepèta, un amaro siciliano prodotto nel siracusano ma che utilizza erbe spontanee degli altipiani iblei e limone IGP siracusano. Un amaro nato da relativamente poco tempo, ancora forse poco diffuso, che noi abbiamo avuto il piacere di assaggiare a fine cena al Brisè-Ristorantico di Donnalucata. Ed è stato subito amore a prima vista. Nel grandissimo e variegato mondo degli amari, questo particolarissimo prodotto si distingue per la sua freschezza, il suo gusto accattivante e la sua straordinaria semplicità.
Il Nepèta prende il nome dalla Nepitella, una pianta erbacea perenne delle Labiate (Satureia calamintha), detta anche calaminta o mentuccia, comune nei boschi e luoghi selvatici; ha foglie ovate e fiori piccoli di color lilla ed è usata in cucina come ingrediente aromatico.
Oltre alla Nepèta, sono presenti in questo amaro anche altre tipiche erbe siciliane in quantità moderata: quelle rese note sono l’Artemisia, l’arancia amara, la Genziana. Si tratta di un amaro autentico, in cui lo zucchero è perfettamente bilanciato e non è predominante sul resto dei sapori. Il Nepèta si beve piacevolmente perchè è in grado di pulire il palato come pochi amari sanno realmente fare.
La nepitella, è ovviamente l'ingrediente principe dell'amaro, la prima nota erbacea che si avverte al palato durante il primo sorso e che richiama alla mente tutto il sapore selvaggio della campagna siciliana. Al fondo del palato, invece, si avverte un leggero sentore amaro dato dall’infusione della scorza del Limone di Siracusa IGP, il secondo ingrediente "predominante". Una piacevole scoperta, un autentico amaro siciliano che sarebbe apprezzabile vedere più spesso nei ristoranti o nei bar, da bere come semplice digestivo, fine pasto o anche da abbinare a qualche cocktail.