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Vittoria: Paolo Calì, il farmacista vignaiolo

Agricoltura eroica



Vittoria - Un vigneto di 15 ettari, a meno di 10 km dal mare, in una proprietà del 1700 immersa nelle dolci campagne vittoriesi e coltivato esclusivamente con uve autoctone siciliane: Frappato, Nero D’Avola e Grillo. La particolarità? Il terreno su cui vengono coltivate queste uve è, in realtà, sabbia. All’ingresso della proprietà, su un bellissimo prato all’inglese, si erge maestoso un millicucco di 600 anni...

Ci troviamo a Vittoria, nella terra del vino ibleo, e ad aprirci le porte della sua azienda è Paolo Calì, il “farmacista vignaiolo”, come ama definirsi. “La mia famiglia possiede dal 1962 una farmacia a Vittoria che venne rilevata da mia nonna. Ci lavoro con mia sorella ma ho anche questa grande passione per il vino che mi porto dentro sin dall’infanzia”, ci spiega il dottor Calì. La sua è una passione autentica per la terra e per il vino, che considera “l’eccellenza dei prodotti”. Le origini della proprietà sono antichissime: la tenuta, infatti, è del 1700 ma Paolo Calì ha ereditato l’azienda nel 2000, regalatagli dal padre: “I vigneti c’erano già ma il vino veniva utilizzato per uso domestico. Io, invece, ho deciso di imbottigliarlo. Ho reimpiantato i vigneti e oggi la mia azienda si occupa di tutto, dalla vigna alla bottiglia”. Le uve dell’azienda agricola Paolo Calì, come si diceva, sono di tre tipi: Frappato, Nero D’Avola e Grillo e, in tutto, produce otto etichette. Ma la vera particolarità di questa tenuta è il terreno su cui vengono coltivate le viti: una lunga distesa di sabbia, con tanto di dune nei periodi ventosi.

“La sabbia dona mineralità, sapidità, caratteristiche organolettiche che difficilmente si troveranno in altri vini”, spiega. I vini Calì sono vini di grande eleganza, meno corposi ma più raffinati e delicati. E questo, naturalmente, è dovuto alle caratteristiche e alle peculiarità uniche del suo terreno. Questo tipo di coltivazione viene definita “eroica” e il dottor Calì ci spiega perché: “E’ un tipo di viticoltura particolarmente complessa, un po’ come quella che viene fatta in Liguria con i terrazzamenti. Anche in questo caso, si tratta di viticoltura eroica, in quanto in estate il terreno sabbioso raggiunge anche gli 80° ed entrare dentro i vigneti e raccogliere le uve diventa veramente un’impresa complicata. I nostri dipendenti, infatti, lavorano soltanto nelle ore più fresche e vi garantisco che è difficile camminare sulla sabbia di mare”.

Il primo vino prodotto da Paolo Calì è stato il Cerasuolo, simbolo della città di Vittoria, etichettato per la prima volta nel 2003, dopo due anni dall’impianto. Com’è noto, dal 2005 il Cerasuolo è l’unica Docg in Sicilia. Il Cerasuolo è composto da Frappato e Nero D’Avola, in diverse percentuali ed è un vino dalle caratteristiche uniche: forte ma elegante allo stesso tempo. Ancora oggi, il Cerasuolo resta un prodotto di punta dell’azienda che, però, nel tempo ha realizzato anche su altri vini, come il Frappato bianco (nel 2006-2007) e un rosè denominato “Osa!”, con un leggero pétillant che dona al palato una sensazione piacevolmente “croccante”, a testimonianza che anche i rosè sono vini complessi e non solo d’annata. L’azienda ha anche una parte storica, visibile nelle cantine, recuperate in parte dopo una serie di ristrutturazioni.

E’ possibile ancora osservare i tini all’aperto dove veniva effettuata la fermentazione spontanea del vino. I vini Calì hanno nomi suggestivi: alcuni sono un omaggio alla musica, grande passione del proprietario, e si chiamano “Jazz”, (la cui etichetta ha anche vinto un premio) “Violino” o richiamano nomi dialettali come “Forfice”  (da forbice), un Cerasuolo premiato con 5 grappoli e che ha avuto numerosi riconoscimenti anche in America. “Manene”, invece, è il Cerasuolo che secondo la guida dell’Espresso è fra i 100 vini da conservare: “Il vino è energia, la vite è l’albero della vita e il vino da sensazioni di benessere e convivialità che nessun altro prodotto può dare. E’ l’eccellenza delle produzioni agricole”.
Foto: Davide Modesto


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