Dieta dei gruppi sanguigni. Perché, pur mangiando gli stessi alimenti, alcune persone si mantengono snelle e sane mentre altre ingrassano e soffrono di vari disturbi? La risposta sta nel nostro Dna: siamo geneticamente diversi l’uno dall’altro e i cibi adatti a un individuo possono essere nocivi per un altro. Uno dei marcatori delle differenze genetiche tra una persona e l’altra è il gruppo sanguigno. Secondo Peter D’Adamo, naturopata italo-americano e ideatore dell’emodieta, il segreto per dimagrire è tenere in considerazione questo fattore. Il gruppo sanguigno è una sorta di “codice genetico”, grazie al quale è possibile conoscere la mappa degli alimenti più salutari e in sintonia con i bisogni dell’organismo. Seguire una dieta personalizzata (in base al proprio gruppo sanguigno), come sottolineano gli esperti del Center of Excellence in Generative Medicine negli Stati Uniti dove lavora il dottor D’Adamo, aiuta a perdere peso e al tempo stesso aumenta il benessere e diminuisce il rischio di contrarre malattie. L’obiettivo dell’emodieta è quello di far dimagrire, ma anche di ridurre disturbi come la cattiva digestione, il mal di stomaco e le cefalee ricorrenti.
La salute dipende da ciò che mangiamo. Sia per non ammalarsi sia per guarire bisogna adottare un’alimentazione in base al gruppo sanguigno - 0, A, B, AB - che ha deciso per noi fin dalla nascita quali sono gli alimenti consentiti e quelli vietati.
I principi dell’emodieta
Stile di vita, ambiente e alimentazione: sono questi i tre elementi fondamentali che, nel corso della storia evoluti- va dell’uomo, hanno portato alla determinazione di quattro diversi gruppi sanguigni (0, A, B o AB).
Studiando i quattro gruppi sanguigni fondamentali è emerso che ciascuno, oltre a essere collegato a caratteristi- che fisiche e psicologiche specifiche, mostra una predispo- sizione oppure un’intolleranza nei confronti di certi alimenti o gruppi alimentari.
Infatti, quando si introduce un cibo non adeguato al nostro gruppo sanguigno, il sistema immunitario lo attacca proprio come se fosse un nemico, provocando una serie di reazioni infiammatorie e di disturbi, fra cui anche il sovrappeso e la ritenzione idrica. Per ciascun gruppo sanguigno è stato stilato quindi un elenco di cibi adatti e benefici, uno di cibi indifferenti o neutri e uno di alimenti sconsigliati (da ridurre o togliere). I primi alimenti sono fondamentali per l’equilibrio nutrizionale dell’organismo; quelli “indifferenti” non sono incompatibili con esso mentre quelli sconsigliati andrebbero evitati perché contengono sostanze non tollerate dalle persone di quel determinato gruppo sanguigno.
Sotto accusa le lectine
I principali responsabili delle reazioni avverse da parte dell’organismo nei confronti di alcuni alimenti sono le lectine, proteine presenti in abbondanza in vari cibi che risultano non sempre compatibili con ogni gruppo sanguigno. In alcuni casi sono innocue o perfino benefiche, in altri si rivelano dannose fino a provocare vere e proprie reazioni di rigetto nell’organismo. Se si mangiano alimenti contenenti le lectine incompatibili col proprio gruppo sanguigno, si corre il rischio che queste sostanze si concentrino in uno o più organi (reni, fegato, cervello, stomaco, ecc.) e, legandosi ai globuli rossi, provochino in quell’area del corpo un fenomeno detto di agglutinazione. Secondo questa teoria, di norma il 95% delle lectine che assumiamo con gli alimenti viene espulso senza problemi dall’organismo. Il restante 5%, però, riuscirebbe a raggiungere il sangue, dove innescherebbe una serie di reazioni che portano alla distruzione di globuli rossi e bianchi. Oltre a ciò si corre anche il rischio di danneggiare le pareti dello stomaco e dell’intestino, scatenando una violenta infiammazione delle mucose che provoca disturbi del tutto simili a quelli tipici di un’allergia alimentare.
All’interno dell’intestino, l’agglutinazione può rendere più lenta e difficoltosa la digestione e l’assimilazione dei nutrienti ma, soprattutto, determina la formazione - a livello dei villi intestinali - di poliammine. In giusta dose le poliammine servono a stimolare la crescita cellulare ma, se sono in eccesso, possono arrivare a determinare una caotica proliferazione dei tessuti, che è all’origine di debolezza del sistema immunitario, infiammazioni (soprattutto dell’intestino, della milza e del fegato) e nel tempo addirittura di alterazioni del Dna e di patologie degenerative.
Si ingrassa mangiando cibi “sbagliati”
Tutti gli alimenti contengono lectine, ma, per stare bene e mantenersi in forma, bisognerebbe assumere quelle più adatte a ogni specifico gruppo sanguigno ed eliminare dalla dieta quelle incompatibili con il proprio gruppo sanguigno: se infatti l’alimentazione comprende troppe lectine in contrasto con il nostro tipo di sangue, l’organismo tenderà a produrre troppe poliammine e inizierà a indebolirsi. L’eccesso di lectine contrastanti col gruppo sanguigno, inoltre, può alterare il metabolismo dell’insulina, favorire picchi glicemici dopo il pasto e predisporci al sovrappeso; così in molti casi si ingrassa non per aver mangiato “tanto”, ma per aver consumato anche piccole dosi di alimenti “sgraditi” al nostro sangue.
La lectina ha strutture diverse, a seconda dell’alimento. Quella del grano presenta una forma diversa da quella della soia e pertanto provocherà una reazione differente nell’organismo. Facciamo un esempio: il glutine, cioè la lectina caratteristica del grano e di altri cereali, si può attaccare alla parete dell’intestino provocando un’infiammazione dolorosa. Questa reazione avviene però solo in presenza di determinati gruppi sanguigni come per esempio quello di tipo 0.
Ogni gruppo sanguigno ha la sua dieta
La dieta dei gruppi sanguigni si fonda dunque sullo stretto legame esistente fra il sangue e il sistema immunitario: la principale differenza fra i gruppi A, B, 0 e AB è dovuta alla presenza di particolari sostanze, gli antigeni, che valutano l’estraneità o la tollerabilità di un determinato alimento o nutriente. Per esempio, il gruppo 0 ha un metabolismo veloce e una buona digestione; tollera la carne meglio del gruppo A, ma è bene che eviti le farine di frumento, le lenticchie, il latte e i latticini. Il gruppo A, invece, deve evitare latticini, crostacei e peperoncino. Secondo i principi di questo regime alimentare, quindi, per perdere peso, basta preferire gli alimenti benefici compatibili con il proprio gruppo sanguigno e scartare quelli nocivi. In questo modo è possibile evitare di infiammare e intossicare l’organismo, non si disperde preziosa energia e si combattono o si prevengono tanti malanni, dal mal di testa alla cattiva digestione. Infatti, continuando a introdurre alimenti tossici, ovvero incompatibili con le caratteristiche del gruppo cui si appartiene, si rischia di sovraccaricare il sistema immunitario, scatenando una reazione immunologica. Tutto questo può indebolire progressivamente l’organismo e provocare una serie di sintomi fastidiosi che vanno dal sovrappeso alla ritenzione idrica, dall’emicrania all’affaticamento, dal colon irritabile fino a disturbi più seri.