Roma - Sergio Marchionne è apparso l'ultima volta in pubblico il 26 giugno scorso. Si trovava a Roma, due giorni dopo sarebbe entratonella clinica svizzera di Zurigo dov'è da allora ricoverato, in condizioni improvvisamente e drammaticamente peggiorate. Doveva operarsi a una spalla, ma ha voluto fortemente partecipare alla consegna della nuova Jeep Wrangler all'Arma dei Carabinieri. Il Ceo di Fiat Chrysler si è sempre detto un "carabiniere mancato", figlio del maresciallo maggiore Concezio, abruzzese emigrato con tutta la famiglia in Canada. "Un po' gonfio, il respiro affaticato", lo descrivono ricordando quel giorno romano. La malattia era già all'opera, nessuno poteva sospettarlo. "Si vedeva che era fiacco, pallido", ricordano i presenti. Una stanchezza che nascondeva una ben più tragica verità.
L'allora AD di Fca consegnava al Comandante Generale dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri una Jeep Wrangler per il pattugliamento delle spiagge. Durante la cerimonia, Marchionne aveva anche scherzato con gli uomini dell'unità cinofila e a uno dei loro cani aveva chiesto: "Sai riconoscerlo il figlio di un Carabiniere?".
"Mio padre era maresciallo dei carabinieri, fra le uniformi a bande rosse dell'Arma, dove sono cresciuto, ritrovo sempre gli stessi valori che sono stati alla base della mia educazione, la serietà, l'onestà, il senso del dovere, la disciplina, lo spirito di servizio. Per tutti questi motivi è qui un grande onore e un privilegio per me poter consegnare, a nome di tutta la Fiat Chrysler, questo Jeep Wrangler al comandante dell'Arma".