Cultura Cinema e musica d'autore

Morricone e Gino Paoli, una pistola al sapore di sale per Ringo

Una reciproca cortesia fra Morricone e Paoli



Morricone è nato maestro. Maestro di musica. Musica e melodia. Su questo non si discute.

L’assolo di sax affidato a Gato Barbieri, quel ponte “strazzacore” che ha fatto il giro del mondo nel brano “sapore di sale”, ad esempio, lo ha scritto lui. Morricone. E se quella canzonetta è diventata poi –come scrivono gli addetti ai lavori- una pietra miliare della musica italiana, il merito sarà stato pure della voce baffuta di Gino Paoli, ma gli arrangiamenti del brano hanno fatto la storia.

Erano gli anni delle melodie, semplici, appassionate. Non scordiamolo.

Fatto sta che Gino Paoli doveva restituire un favore a Morricone. Sapore di Sale, infatti, toccò nel 1963 e per almeno due decenni a venire punte di vendita a stock e pure al dettaglio mai registrate per un 45 giri di premiata fattura italiana.

Correva l'anno 1965.

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Morricone era alle prese coi primi film western diretti da registi italiani. Ancora il successo di Sergio Leone e del suo “per un pugno di dollari” doveva arrivare. Successo che fu postumo, giusto per raccontare la storia così come realmente è andata e non per come l’hanno da sempre raccontata. Uno dei pochi film che Hollywood ci ha sempre invidiato. Un western diretto da un regista italiano che di America, Ovest, cavalli, pistole e pistoleri non sapeva nulla.

Così Ennio, il Maestro, chiamò l’amico Paoli giusto per un aiutino, si fa per dire, con la colonna sonora di “una pistola per Ringo”. Interpretato da Montgomery Wood (Giuliano gemma, per amici e parenti).

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I film western italiani erano proiettati anche nelle sale cinematografiche americane. Ecco perché gli attori assumevano pseudonimi che suonavano bene alle orecchie degli Yankees.

Gino Paoli che scriveva canzoni per film western italiani? Ebbene, sì.

Con Angel Face ne uscì fuori una “Sapore di mare” in chiave mezzogiorno e mezzo di fuoco. Stessi accordi, stessa melodia del brano che ha fatto innamorare i nostri nonni e pure i nostri genitori, diciamocelo, con Maurizio Attanasio detto “Graf” al canto. Uno sconosciuto. Ma la voce era buona per le americanate all’italiana. D’autore, però. Il film fu un successo. Per la prima volta il western veniva raccontato decontestualizzato dalla sua epicità. E se il film fu un successo la colonna sonora non poteva essere da meno.

La cambiale di Gino Paoli fu portata subito alla cassa. Il debito con il maestro Morricone per aver musicato la dolcissima e intramontabile “Sapore di mare”, estinto. Grazie a Ringo, agli spaghetti western e a Sapore di Sale. Una cambiale scambiata con la stessa moneta. Senza perderci nulla, Da genovese, appunto.


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