La dieta South Beach è un tipo di regime dietetico che nasce negli Stati Uniti. Ha conosciuto anche una certa notorietà in quanto è stata adottata da alcune star di Hollywood. La dieta South Beach è stata ideata dal cardiologo americano Arthur Agatston, professore associato di Medicina presso la University of Miami Miller School of Medicine. Chi l'ha ideata la descrive come una dieta flessibile in grado di adattarsi alle caratteristiche di chi la intraprende. Può anche definirsi una dieta sui generis perché al contrario di altre diete non è focalizzata su una restrizione delle calorie, per cui non prevede un calcolo del dosaggio della quantità di carboidrati e grassi. Presenta invece un insieme di quantità che vanno assunte senza eccedere.
Dieta Sourh Beach: le tre fasi
Fase 1
La prima fase dura solo due settimane ed ha come scopo la perdita di peso. In questa fase andranno eliminati principalmente le fonti di carboidrati, quindi pane, pasta riso, patate e anche prodotti da forno. E’ proprio in questa prima fase che si fa il lavoro grosso. In particolare andranno evitati anche latte, yogurt, condimenti e grassi di origine animale e le bevande alcoliche. In questa prima fase la glicemia dovrebbe stabilizzarsi. Inoltre si dovrebbero perdere dai 3 agli 8 chili. La maggior parte del peso infatti si perde nei primi 15 giorni. Pertanto la fase uno prevede soprattutto l'assunzione di cibi proteici quali frutti di mare, pesce, pollame, carne di manzo e di vitello (tagli magri). Infine sempre in questa fase 1 è previsto il consumo di fibre contenute nelle verdure a basso indice glicemico, nelle uova e nei grassi insaturi ad esempio frutta secca e noci. Questi gli alimenti in particolare da prilevigiare nella fase 1: spinaci, pomodori, noci e frutta secca.
Fase 2
In questa fase è possibile mangiare tutti gli alimenti già presenti nella fase precedente, tuttavia è necessario reintegrare progressivamente i carboidrati preferibilmente integrali, derivanti da pane, pasta e riso e anche la frutta, purché sia a basso contenuto di zuccheri e anche le verdure vietate nella prima fase (carote, zucca e patate) e cioccolato fondente. Andrebbero in ogni caso evitati tutti i prodotti da forno a base di farina bianca o le verdure ad alto apporto di carboidrati, come ad esempio patate, carote e mais. Va evitata invece la frutta zuccherina, ananas, fichi, uvetta, banane e a maggior ragione la frutta sciroppata e i succhi di frutta. Nella fase 2 si osserva una perdita di peso inferiore rispetto alla fase 1. In particolare si va dal mezzo chilo al chilo per settimana. In questa fase sono da privilegiare patate dolci, melagrana e mirtilli.
Fase 3
In queta fase 3 non vi sono restrizioni particolari, si possono mangiare tutti gli alimenti previsti nelle prime due fasi della dieta e volendo ci si può anche far passare qualche sfizio. Si raccomanda di prediligere il consumo di cibi integrali e di evitare invece i prodotti a base di farina bianca.
Riguardo alla valutazione di questa dieta vi è più di qualche perplessità. Nella fase 1 per due settimane si riduce praticamente a zero l'apporto di carbodrati. La brusca riduzione di questo nutriente fondamentale per la salute costringe l'organismo ad utilizzare quale fonte energetica alternativa le proteine e i grassi. Ciò causa la produzione di scorie metaboliche azotate che possono dare intossicazione ai reni e al fegato. La riduzione significativa della frutta nella fase 1 espone invece a carenze vitaminiche e di sali minerali. Il fatto che non vengano conteggiate le calorie potrebbe sembrare un vantaggio ed invece non lo è perché chi non è pratico di diete non sarebbe in grado di bilanciare il contenuto calorico degli alimenti, per cui potrebbe ingrassare invece che dimagrire.
Anche il fatto che si consiglia di riprendere la fase 1 ogni volta che si aumenta di peso non depone a favore di questa dieta, perchè gli aumenti e le diminuzioni di peso non giovano alla salute.
Tra gli effetti positivi vi sarebbe invece la diminuzione del rischio di patologie cardiovascolari e l'abbassamento dei valori del colesterolo "cattivo", della pressione arteriosa e della glicemia nel sangue. Inoltre sarebbe utile anche nel ridurre i trgliceridi.