Abbassare la glicemia è una necessità che riguarda le persone con alti livelli di glucosio nel sangue, per allontanare le pericolose conseguenze di una condizione nota come iperglicemia.
Secondo l'International Diabetes Federation, sono 425 milioni le persone che vivono oggi con il diabete. Un numero che potrebbe arrivare a 629 milioni entro il 2045. Eppure, con poche semplici azioni si riuscirebbe ad abbattere il rischio diabete ed a prevenire oltre il 50% dei casi di diabete di tipo 2. Attività fisica e dieta, affermano i diabetologi, "sono i due cardini della prevenzione per abbassare la glicemia.
Tipica del diabete mellito, l'iperglicemia è responsabile di alcuni sintomi caratteristici, tra i quali: sete intensa, bocca secca, dolore addominale con vomito, un alito dall'odore di acetone, una progressiva alterazione della coscienza ecc.
Una dieta ben bilanciata rappresenta la cura essenziale del diabete.
Seguire una dieta controllata e sana serve soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, mediante un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo.
Come accorgersi della necessità di abbassare la glicemia?
Appurato in quali circostanze è opportuno abbassare la glicemia, resta da chiarire come accorgersi di tali circostanze. I sintomi caratteristici dell'iperglicemia, fondamentali al riconoscimento di quest'ultima, quando è in corso, sono:
Bocca secca e sete intensa;
Dolori addominali con vomito;
Polso debole e rapido;
Pelle rossa, secca e calda;
Alito dal caratteristico odore di acetone;
Progressiva alterazione della coscienza, con comparsa di irrequietezza, agitazione e stato confusionale.
La dieta per il diabete alto è un regime alimentare indicato per ripristinare o mantenere l'equilibrio della glicemia.
Per glicemia si intende la quantità di glucosio diluito nel plasma sanguigno, che viene misurato in milligrammi su decilitro (mg/dl) o millimoli su litro (mmol/L).
L’importanza della dieta per il trattamento del diabete tipo 2 (dietoterapia)
La dieta per il diabete è uno dei cardini fondamentali nella terapia del mellito tipo 2. Il ruolo dell'alimentazione nel trattamento di questo diabete è così importante che a tal proposito i medici preferiscono parlare non di dieta, ma di vera e propria "terapia nutrizionale medica per il diabete" (dietoterapia).
Chi soffre di diabete dovrebbe dunque sforzarsi di rispettare scrupolosamente le poche regole che vi illustreremo qui di seguito:
Tali raccomandazioni, viste in ottica preventiva, ricalcano esattamente quelle indicate nella popolazione sana per diminuire il rischio di sviluppare il diabete e molte altre patologie, come quelle cardiovascolari e alcune forme tumorali.
Obiettivi della dieta per abbassare la glicemia:
Il controllo glicemico
Il controllo del peso corporeo
Il controllo della lipidemia.
La prevenzione e il trattamento dei fattori di rischio o di complicanze legate alla nutrizione.
La terapia dietetica è molto simile nei due tipi di diabete anche se:
Per i diabetici di tipo 1 andrà posta maggiore attenzione all'apporto di alimenti, in particolar modo di carboidrati. La dieta dovrà limitare al massimo i carboidrati semplici e fornire regolari e frazionati apporti di carboidrati complessi. Obiettivo primario è la massima riduzione delle unità di farmaco e la normalizzazione del quadro glicemico.
Per i diabetici di tipo 2, spesso in sovrappeso, la dieta andrà calibrata in modo tale da favorire la riduzione del peso corporeo fino a livelli accettabili.
Quanti carboidrati mangiare nella dieta per abbassare la glicemia?
La quantità totale di carboidrati da consumare nel corso della giornata deve aggirarsi intorno al 50-55% delle calorie quotidiane. Preferite i carboidrati a basso indice glicemico, associati a fibre (in questo caso la quota di carboidrati nella dieta può arrivare al 60% delle calorie totali).
Il saccarosio, cioè il normale zucchero da cucina, non deve assolutamente superare il 5% delle calorie totali (max 15-20 grammi al giorno) Tale quantità può essere superata facilmente consumando dolci e/o alcuni prodotti confezionati (biscotti, snack, bibite ecc), il cui utilizzo va quindi limitato o meglio evitato.
Per lo stesso motivo è bene sostituite lo zucchero con dolcificanti senza valore nutritivo (approvati dalla FDA) assolutamente privi di rischi per il paziente.
Quali alimenti fonti di carboidrati sono più consigliati nella dieta per la glicemia?
Le fonti di carboidrati più adatte alla dieta contro il diabete mellito tipo 2, oltre ad essere consumate nelle giuste porzioni, devono avere le seguenti caratteristiche:
Carico glicemico basso o al massimo medio
Indice glicemico basso o al massimo medio
Ricchezza in fibre, che riduce sia il carico che l'indice glicemico (ad esempio, meglio la farina integrale di quella raffinata)
Ricchezza d'acqua, che riduce il carico glicemico (ad esempio è meglio la frutta fresca di quella disidratata)
Per tenere sotto controllo la glicemia, inverti il menu: inizia con fibre e proteine
Per mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue nelle ore successive ai pasti devi poi invertire l’ordine dei piatti. Uno studio condotto dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa ha dimostrato che mangiare prima fibre e proteine nei pasti principali in cui siano presenti carboidrati (per esempio la pasta) è un “trucco” in grado di determinare una riduzione significativa della glicemia post-prandiale. Le fibre sono anche prebiotici, cioè favoriscono la crescita del microbiota intestinale al quale diversi studi hanno riconosciuto un ruolo centrale nella protezione dell’insulino resistenza », afferma la specialista.
Altre dritte per ridurre l’assorbimento di zuccheri: a colazione abbina un frutto a un alimento proteico come il latte o lo yogurt; a pranzo e a cena associa invece le verdure a una porzione di proteine (carne magre, pesce, uova, formaggi meno grassi, legumi, soia).
I carboidrati al momento giusto per tenere a bada la glicemia
«Anche se i carboidrati sono quelli che influenzano maggiormente i valori della glicemia nel sangue, non vanno assolutamente eliminati perché sono la fonte dell’energia più importante, quella destinata al cervello», prosegue l’esperta.
Perché servano senza nuocere introducine una buona quota in ogni pasto della giornata, quindi tre volte al giorno, con una preferenza a colazione per poi ridurli man mano nei pasti successivi.
Equivalente carne e proteine per abbassare la glicemia
Per carni e formaggi l’equivalenza riguarda proteine e grassi.
Un equivalente carne magra (es. sogliola) corrisponde a 100 g di parte commestibile e può essere sostituito da 80 g di carne semigrassa (es. controfiletto di manzo) o da 60 g di carne grassa (es. salame) o da 60 g di formaggio (es. ricotta o parmigiano).