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La sonda europea lanciata da Cape Canaveral e lo sciclitano Spadaro

Daniele Spadaro, astrofisico

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/10-02-2020/la-sonda-europea-lanciata-da-cape-canaveral-e-lo-sciclitano-spadaro-500.jpg Daniele Spadaro, astrofisico


Scicli - Solar Orbiter, la sonda europea lanciata da Cape Canaveral, porta un pezzo del sapere dello scienziato sciclitano Daniele Spadaro nello spazio. Il ricercatore della sezione catanese dell’Inaf (Istituto nazionale di Astrofisica) ha curato il coordinamento scientifico, lungo un lavoro di dieci anni, del progetto che porterà alla prima “mappa” del sole e della sua corona. 

La sonda preleverà il plasma del vento solare, i campi elettromagnetici e le particelle energetiche in una zona abbastanza vicina al Sole dove sono ancora relativamente incontaminati e le loro proprietà non sono state modificate dai successivi processi di trasporto e propagazione. Avremo così immagini spettacolari delle caratteristiche solari con una risoluzione mai raggiunta prima. 

Solar Orbiter dovrà resistere a temperature superiori a 500 gradi centigradi nelle parti esposte al Sole mentre quelle in ombra affronteranno temperature di 180 gradi sotto lo zero. Spadaro è uno degli scienziati che hanno partecipato al progetto internazionale per "fotografare" l'impossibile. Il Sole. 

Solar Orbiter è partita. Dopo due rinvii – il primo per un problema durante un test, il secondo per un ritardo nel trasporto dal sito di assemblaggio dovuto a questioni meteorologiche – la sonda si è staccata dalla rampa 41 del Kennedy Space Center, quando in Italia erano le 5:03 di questa mattina.

Trasportata oltre l’atmosfera da un Atlas V 411, Solar Orbiter si è separata dal lanciatore 53 minuti dopo il decollo. Adesso punta verso la nostra stella, vicino alla quale raggiungerà la propria zona operativa fra un anno e dieci mesi. L’orbita finale, che durerà 180 giorni, sarà fortemente ellittica e nel punto più vicino al Sole gli arriverà a 42 milioni di chilometri, cioè a 0,28 Unità astronomiche, un perielio inferiore a quello di Mercurio (motivo per cui la sonda è protetta da uno scudo termico in grado di resistere fino a temperature di 600° Centigradi). Nel momento in cui raggiungerà quel punto, la velocità di Solar Orbiter sarà prossima a quella con cui il Sole ruota attorno al suo asse, cosa che garantirà periodi di osservazione estesi.


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