Città del Vaticano - Non ci sta a essere supplente del Figlio di Dio, Giorgio Mario Bergoglio. "Vicario di Cristo in terra". Un po' troppo per il Vescovo di Roma.
Nella edizione del 2020 dell'Annuario Pontificio – il volume ufficiale dell'organigramma completo della Santa Sede – dove solitamente appare l'elenco dei titoli propri del Romano Pontefice sotto il nome di un Papa, c'è una sequela: "Vicario di Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano e Servo dei Servi di Dio". Quest'anno tutti sono stati derubricati a “titoli storici”, appartenenti ai predecessori, ma non a lui. Jorge Mario Bergoglio rifiuta i titoli onorifici e fra questi quello altisonante di "Vicario di Cristo".
I canonisti però pensano che il Papa non possa rinunciare al titolo di Successore degli Apostoli nè di essere Vicario di Cristo perchè non sono tanto titoli giuridici ma teologici. Ma l'Annuario Pontificio ha solo un valore statistico, benchè ufficiale, e Papa Francesco nella sua libertà è libero di fare tutte le bizzarrie che vuole.
Il precedente
Nel 2006 anche Papa Ratzinger decise di rinunciare al titolo di “Patriarca d’Occidente” cancellandolo dall'Annuario Pontificio. Tuttavia in quella occasione il Vaticano diffuse una nota giuridica in cui spiegava che quella cancellazione voleva «esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico». Di fatto Benedetto XVI rinunciò al titolo di Patriarca d'Occidente, dal significato storico poco chiaro, perché nel contesto attuale era diventato obsoleto, e lo fece per favorire il dialogo ecumenico.