Scicli - Un danno erariale da 315mila euro per aver depositato quasi sempre in ritardo le sentenze del Cga, il Consiglio di Giustizia Amministrativa in Sicilia. Con una media di 200 giorni di attesa per far sapere a chi aveva vinto o perso dopo aver presentato un ricorso il motivo delle decisioni. La Corte dei conti condanna l'ex giudice non togato del Consiglio di giustizia amministrativa Giuseppe Peppino Mineo, che l’anno scorso era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta delle sentenze pilotate dagli avvocati siracusani Piero Amara e Giuseppe Calafiore.
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Mineo, nominato durante il governo Lombardo al Cga e che il governo Renzi stava per promuovere al Consiglio di Stato (salvo fare un passo indietro proprio per i ritardi nel deposito delle sentenze), è stato condannato adesso dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti: secondo i magistrati contabili la sua è stata una “perdurante inerzia sin dal suo insediamento”.
Il pubblico ministero Giuseppe Liprino gli ha contestato un danno pari al compenso ricevuto, ma solo a partire dal 2014: gli anni precedenti, infatti, erano andati in prescrizione. Mineo dovrà risarcire oltre 315mila euro.
Il giudice amministrativo era balzato agli onori della cronaca quando nel 2016 il governo Renzi lo aveva inserito nella lista dei magistrati del Consiglio di Stato: "promozione" che sarebbe stata assicurata a Mineo proprio dagli avvocati Amara e Calafiore per "ringraziarlo" del suo lavoro, come giudice relatore, a sostegno della decisione favorevole a due società, la Open Land e la Am Group, in una maxi-richiesta di risarcimento che sempre nel 2016 rischiò di mandare in default il Comune di Siracusa. A fare il nome di Mineo all'allora braccio destro di Renzi, Luca Lotti, era stato Denis Verdini.