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Covid, arrivano i test rapidi in farmacia

A breve i test sierologici saranno venduti in farmacia.

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Roma - Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che i tamponi rapidi si potranno fare in farmacia, dando il via a una fase di sperimentazione: «In alcune Regioni – dice Speranza – si fanno già i test sierologici in farmacia. Proviamo a fare come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia». Speranza si è detto poi d'accordo con le Regioni che hanno chiesto di semplificare le procedure di tracciamento: «Abbiamo già ridotto la quarantena a 10 giorni ed eliminato il secondo tampone, siamo disponibili a trovare nuovi ambiti di intervento specifici».

Sempre sul fronte test rapidi medici di famiglia, Conferenza Stato-Regioni e sindacati sono stati convocati per lunedì per raggiungere un accordo sui test rapidi in carico ai medici di medicina generale. La nuova normativa prevede l'adesione volontaria dei camici bianchi e una possibile aggiunta contrattuale all'accordo collettivo di lavoro dei medici di base.

Pronto il bando per 2 mila nuovi operatori destinati al tracciamento
«Con un'ordinanza di protezione civile - ha detto il ministro - creiamo un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento». Il modello è lo stesso che a marzo ha portato medici e infermieri volontari negli ospedali più in difficoltà, e gli operatori socio sanitari in carceri e Rsa. I 2 mila operatori verranno individuati con un bando della Protezione civile: 1.500 saranno destinati ad effettuare tamponi, test e tracciamento mentre altri 500 lavoreranno sulla richiesta di informazioni e sulle procedure da seguire. «L'obiettivo - ha spiegato ancora Boccia - è creare contingente di persone che non arrivano né da aziende ospedaliere pubbliche né private, perché non possiamo chiedere a nessuno di privarsi delle proprie risorse in questo momento, ci rivolgeremo a liberi professionisti o a coloro che non hanno un'occupazione fissa, ad autonomi che hanno caratteristiche che individuiamo insieme alle Regioni e potranno lavorare fino al termine dello stato di emergenza sanitaria. Saranno nelle disponibilità delle singole Asl per ottimizzare al massimo il contact tracing. Le domande in questo caso saranno fatte direttamente per la Regione di residenza».


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