Torino - Valeria Solarino (Barcellona, Venezuela), torinese di padre modicano, ha dato corpo a Greta, la donna che ha spezzato il cuore di Marco Buratti, alias l’Alligatore, detective senza licenza che non ama la violenza e le armi, agisce nell’ombra dopo sette anni di ingiusta detenzione, spinto da una gran voglia di riscatto, con la passione per il blues e il Calvados. Nato dalla penna di Massimo Carlotto è una celebrità nel mondo del noir italiano, tanto da diventare ora una fiction crime, in onda su Rai 2 a partire dal 25 novembre. A firmare le quattro puntate, coprodotte da Rai Fiction e Fandango, e anticipate su Rai Play da oggi, i registi Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi.
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«Questa serie mi piace perché un po’ tutti i personaggi sono stati bastonati dalla vita», racconta Valeria Solarino, «inoltre è ambientata nel Nord Est italiano, una zona poco frequentata dal cinema e dalla tv. Padova è una città bellissima, ma Vicari perlustra i suoi angoli oscuri. È un po’ lo specchio del nostro paese con le sue contraddizioni: sotto la bellezza si nasconde il marcio».
Per entrare nei panni della cantante Greta Valeria ha preso spunto da Dolores, frontman dei Cranberries. «Mi sono vista tutti i concerti e le interviste, ero ossessionata dalle loro canzoni, ma non dovevo imitare Dolores», sottolinea l’attrice, «su indicazione di Daniele, dovevo cogliere le sfumature, il suo modo di muoversi sul palco, quasi sgraziato, la sua fragilità e forte presenza scenica. Da quelle suggestioni ho costruito Greta».
«È stato un viaggio divertente», ammette l’interprete nata in Venezuela. E per lei che adora la musica è stato un vero e proprio regalo interpretare Greta. La musica in qualche modo l’ha stimolata a intraprendere il percorso di attrice. «Avevo quindici anni quando uscì il video Crazy degli Aerosmith», ci racconta, «rimasi folgorata, non tanto dalla canzone in sé, quanto dal video e dal fatto che volevo essere a fianco a Liv Tyler».
Valeria Solarino parla anche del periodo complicato che tutti stiamo vivendo. «E’ impossibile essere felici oggi, abbiamo paura di incontrare le persone e c’è diffidenza negli altri e in noi stessi perché possiamo essere portatori del virus», si lascia andare. «Mi mancano gli abbracci e una guida solida», afferma con l’amaro in bocca, «mi sembra che tutti siano in balia degli eventi, non c’è una direzione unitaria nella gestione del paese. Non si agisce per il bene comune, mi sembra di essere perennemente in campagna elettorale, e in questo momento è aberrante».
Una gioia però Valeria l’ha provata, «quando Jannik Sinner ha vinto l’ATP di Sofia e Nadal l’ennesimo Rolland Garros», confessa sorridendo. L’attrice de L’alligatore oltre ad adorare la musica e la recitazione, è una patita di tennis, e non è più un segreto: «Sinner ha la testa per diventare un vero campione», parola della tennista Solarino.