Parigi - Aveva un cognome veneto, Cardin, in tutto il mondo pronunciato alla francese. Pierre Cardin è morto. Lo stilista e imprenditore aveva origini italiane (Pietro Costante Cardin nato a Sant’Andrea di Barbarana nel trevigiano, nel 1922), era naturalizzato francese.
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A settembre, durante la settimana della moda francese, al Theatre du Chatelet di Parigi, il designer ha festeggiato i 70 anni di carriera con un grande evento e una proiezione speciale (”House Of Cardin”) insieme ad amici e colleghi, tra i quali lo stilista Jean Paul Gaultier, Christian Louboutin e IneÌ€s de la Fressange.
Pietro Cardin nasce il 2 luglio del 1922 a San Biagio di Callalta, un paesino nella provincia di Treviso. Ci resta poco però, perché con la famiglia si trasferisce presto nel centro della Francia. È lì che cresce fino al 1939, quando abbandona se ne va a Vichy per diventare apprendista di un sarto: è lì che impara a cucire. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale presta servizio nella Croce Rossa (la passione per il volontariato non lo abbandonerà mai), e una volta terminati i combattimenti viene assunto da Elsa Schiaparelli. Ma è nel 1947, quando Christian Dior lo mette a capo della sua sartoria (Balenciaga invece lo rifiuta) che la sua carriera inizia davvero. Nel '50 si mette in proprio fondando la maison che porta il suo nome, nel '51 si fa conoscere al grande pubblico grazie alla creazione di numerosi e spettacolari costumi per il ballo in maschera organizzato a Venezia da Carlos de Beistegui, e presenta la sua prima collezione couture nel 1953. Alta moda a parte, Cardin è un vero democratico nell'anima: costantemente proiettato in avanti, intuisce che il futuro della moda è in strada, addosso alla gente "comune", e presto inizia a lavorare con questo obiettivo. È il primo couturier in assoluto a entrare sul mercato giapponese nel '59 e poi a creare una collezione low price per i grandi magazzini francesi Printemps: la Chambre Syndacale de la Couture non apprezza e lo caccia, salvo poi riammetterlo poco dopo.
Intanto però il suo percorso continua: negli anni '60 crea una rete di prodotti in licenza per penetrare al meglio nel mercato e nel '66, stavolta di sua volontà, si stacca dalla Chambre Syndacale per iniziare a presentare le sue collezioni all'Espace Cardin: inaugurato nel 1971 è uno dei primi esempi di grandi spazi gestiti dai designer, oggi una consuetudine; liscia spesso lo spazio anche ai giovani creativi più promettenti, facendo così anche da talent scout. Ossessionato con la tecnologia e con l'immaginare come ci si vestirà nei decenni successivi, spinge le sue creazioni sempre oltre, preferendo i tessuti artificiali e le geometrie enfatizzate: è del '67 Cosmos, lungo fourreau circondato da "anelli-satellite", e negli anni successivi arrivano i vestiti di pvc, gli occhiali a mascherina, i pullover-bozzolo, gli shorts e gli stivaloni di vernice. La sua creazione più famosa è forse il Bubble Dress, creato in omaggio alla sua celeberrima casa sulla costiera francese, la Bubble House, costruita in collaborazione con l'architetto Antti Lovag e composta da una serie di "bolle" arredate in puro stile futurista anni '60. Nel 1979 sfila per prima sulla Grande Muraglia cinese, e da allora sfrutta le location più spettacolari per le sue presentazioni, dal deserto sino ai borghi medievali.
Instancabile, negli anni conferma la sua abilità con gli investimenti: nel 1981 diventa uno degli azionisti di Maxim's, il celebre ristorante francese (con lui le sedi del ristorante dai moltiplicheranno in tutto il mondo), nel 2001 acquista i ruderi del castello di Lacoste, dove un tempo aveva vissuto anche il Marchese De Sade, e lo restaura parzialmente organizzando lì ogni estate un festival di musica per artisti emergenti. Possiede anche un Palazzo a Venezia (forse in omaggio alle sue origini venete), Ca'Bragadin, e nella città lagunare qualche anno fa, progetta di costruire l'inquietante Palais Lumiere, una torre di 250 metri con ristoranti e teatri: la sua idea è di inaugurarla per l'Expo del 2015, ma il progetto si chiude con un nulla di fatto. Entusiasta, costantemente alla ricerca di nuovi progetti, Pierre Cardin resta un esempio unico e forse irripetibile nella moda.