Gela - La necropoli al lungomare. Nel cantiere di costruzione di una casa gli archeologi scavando nell’area della quinta delle sette tombe finora individuate, hanno portato alla luce una sepoltura diversa dalle altre già esplorate. Si tratta di un’anfora che sembra di tipo corinzio. Fu aperta alla base per introdurvi il corpicino di un bambino i cui resti ossei sono stati trovati all’interno.
Dalle dimensioni assai ridotte dello scheletro conservato all’interno dell’anfora si può ipotizzare che si possa trattare di un bambino deceduto dopo la nascita e comunque non oltre i primi sei mesi di vita.
A differenza dei defunti adulti che, in quel sito venivano bruciati durante il funerale, questo tipo di rito non veniva, dunque, utilizzato per i bambini. L’infante dell’anfora, come detto, è stato sepolto aprendola alla base e poi chiudendo la stessa.
Un tappo di terracotta è stato posto anche sull’orlo dell’anfora.
La scoperta dell’anfora impone uno studio accurato prima di arrivare alla sua datazione e la stessa va messa in relazione con le altre tre tombe che sono state già esplorate per intero. L’anfora con il bambino si è conservata intatta per una fortunata coincidenza. Nell’Ottocento, quando sul posto costruirono un edificio, chi scavò non arrivò così in profondità ma si fermò poco prima il livello della tomba. All’epoca non c’erano scavatori e mezzi veloci di scavo per realizzare le fondamenta di una casa. L’anfora resterà sul posto come le altre sepolture che saranno visibili attraverso una lastra di vetro trasparente. L’indagine archeologica proseguirà nei prossimi giorni con lo scavo di altre due sepolture.