Roma - Pochissime parole. Sono quelle pronunciate dal Presidente della Camera Roberto Fico per spiegare i termini del mandato esplorativo assegnatogli oggi pomeriggio dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Fico ha annunciato che lavorerà da stasera fino a martedì per verificare l'esistenza di una maggioranza a partire dalle forze politiche che hanno sostenuto il Governo Conte. Fico ha precisato che nei prossimi giorni incontrerà dunque i rappresentanti di «queste» forze.
Chi è Roberto Fico
Napoletano, 46 anni, si definisce «un ribelle costruttivo»: maturità classica, laurea in Scienze delle Comunicazioni, appassionato di Terzani e Kubrick, rappresenta l’«ala sinistra» del Movimento 5 Stelle, ed ebbe in passato duri confronti con Di Maio.
Il presidente della Camera è un Cinque Stelle della prima ora. Folgorato da uno spettacolo di Beppe Grillo, ha contribuito a fondare il meet-up di Napoli nel luglio 2005. Il volto di Montecitorio ha un background da comunicatore: maturità classica, una laurea con 110 e lode in Scienze delle Comunicazioni con indirizzo in comunicazioni di massa. Una passione per «Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia» di Tiziano Terzani e Stanley Kubrick, in modo particolare «Odissea nello spazio». Un passato prima della politica che spazia tra diverse avventure: tour operator, impiegato in un call center, responsabile comunicazione di un ristorante, importatore di tessuti dal Marocco.
Roberto Fico ha ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella il mandato di verificare le condizioni per la nascita di un nuovo governo dopo le dimissioni di Giuseppe Conte. Il capo dello Stato, al termine delle consultazioni, ha detto che «è emersa la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente», e cioè Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Leu e Italia viva. «Questa possibilità va doverosamente verificata», ha però aggiunto il presidente, aprendo dunque le porte a un mandato «esplorativo»: un incarico informale a compiere un nuovo giro di consultazioni per approfondire la possibilità di formare un esecutivo, prima che tutto torni nelle mani del presidente della Repubblica cui tocca la decisione finale.
Per Fico si tratta di una sorta di déjà-vu.
Era l’aprile 2018 quando Sergio Mattarella affidò il mandato esplorativo per valutare un possibile governo M5S- Pd all’allora neo-presidente della Camera, Roberto Fico. Operazione fallita, anche grazie alle posizioni tenute allora da Matteo Renzi. Oggi il copione rischia di ripetersi. Tre anni fa nei corridoi di palazzo si ripeteva «Fico non tradirà il capo politico», oggi il nome su cui il Movimento punta è quello di Giuseppe Conte, «federatore» del partito di governo giallorosso. Ma il governo attuale è nato anche e forse soprattutto grazie al lavoro diplomatico del presidente della Camera, da sempre uomo «di sinistra» del Movimento.