Benessere Alimentazione e asma

Asma: gli omega 3 un aiuto fondamentale per ridurre il rischio

Gli Omega 3 sono un valido aiuto per evitare il rischio di insorgenza dell'asma stando ad una ricerca condotta da un team di ricercatori danesi

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Gli omega 3 non fanno bene solo alle ossa, alla pelle e alle articolazioni. Stando ad una ricerca condotta da un team di ricercatori danesi, infatti, pare che questi acidi grassi polinsaturi abbiano anche la facoltà di ridurre sensibilmente il rischio di asma nei bambini.

Secondo uno studio condotto dalla Queen Mary University di Londra, in collaborazione con le Università di Bristol e Southampton e con il Karolinska Institutet, mangiare pesce durante l’infanzia, con acidi grassi omega-3 a catena lunga, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare l’asma. Lo studio ha analizzato nel corso degli anni lo sviluppo dei bambini che nella dieta assumevano due acidi grassi omega-3, l’eicosapentaenoico e il docosaesaenoico, presenti nel pesce e che hanno proprietà anti-infiammatorie.
Lo studio ha incluso 26 volontari sani (età media: 47,6 anni) e 26 pazienti con IPF (età media: 69,6 anni). Per validare i risultati, il team di ricerca ha analizzato anche un gruppo indipendente di 66 pazienti iberici con IPF (età media: 71,3 anni). I pazienti del gruppo elvetico e iberico si caratterizzavano per una storia di tabagismo di più lunga durata rispetto ai controlli sani, e per un maggiore deterioramento dei parametri di funzione polmonare.
Sono stati misurati e messi a confronto i livelli ematici di calprotectina tra i volontari sani e i pazienti con IPF. Sono stati valutati alcuni parametri clinici, compresi i predittori fisiologici di PF per misurare la severità di malattia e la sopravvivenza. Tra i predittori inclusi vi erano la FVC, la FEV1, la DLCO e un indice composito fisiologico (CPI) per valutare l’effetto combinato di ciascun predittore individuale.

Gli omega 3 contro l’asma: i dati della ricerca
Gli studiosi hanno notato come l’assunzione di omega-3 a catena lunga non era legato all’asma dei bambini. Tuttavia, il team ha esaminato più in dettaglio i bambini con un particolare trucco genetico. Più della metà dei picccoli, infatti, aveva una variante comune del gene della desaturasi degli acidi grassi (Fads) che è associata a livelli più bassi di acidi grassi omega-3 a catena lunga nel sangue. In questi bambini, un maggiore apporto alimentare di acidi grassi omega-3 a catena lunga era associato a un minor rischio di asma.

“L’asma è la condizione cronica più comune nell’infanzia e attualmente non sappiamo come prevenirla – spiega Seif Shaheen della Queen Mary University di Londra – È possibile che una dieta povera possa aumentare il rischio di svilupparla, ma fino ad ora la maggior parte degli studi ha preso ‘istantanee’, misurando la dieta e l’asma in un breve periodo di tempo. Invece, noi abbiamo misurato la dieta e poi seguito i bambini per molti anni per vedere chi ha sviluppato l’asma e chi no”.

Asma bronchiale e alimentazione: la relazione
Secondo gli studi di settore, l’asma bronchiale avrebbe una forte relazione con lo stile alimentare: nello specifico, alcuni alimenti potrebbero peggiorare le condizioni di chi ne soffre, causando anche problemi intestinali, tosse e dolori al petto. Queste conseguenze sarebbero dovute alla presenza di forfora animale e, soprattutto, di alcuni pollini come ad esempio le graminacee, presenti anche in determinate tipologie di frutti, come angurie, pesche, kiwi e meloni.
Pur non esistendo una vera e propria dieta specifica, il consiglio degli specialisti è sempre quello di consultare le apposite tabelle contenenti le relazioni fra alimenti e inalanti. Infine, anche le mamme devono sempre optare per un’alimentazione equilibrata in gravidanza e in fase di allattamento.


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