Ragusa - Tutta Italia è in giallo ma all’orizzonte si profilano le prime zone bianche per decreto, oltre che per parametri: ormai si guarda solo a questa fascia. Il 31 maggio Sardegna, Molise e Friuli entrano nell'area di rischio “minimo”: tutto aperto e niente coprifuoco; solo distanze, sanificazioni e mascherine (ma pure per queste ultime pare scattato il countdown). Entro metà del mese prossimo la maggior parte delle regioni, tra cui la Sicilia, dovrebbe passare in questa fascia: per l'Isola la prima finestra utile sarebbe lunedì 14 giugno. I governatori vogliono evitare “l'effetto Sardegna” visto che, in zona bianca, il governo delega sostanzialmente a loro la regolazione della stretta su attività-chiave come palestre, palazzetti e discoteche. Al momento però l'unica misura sul tavolo, per tamponare il “libera tutti” totale, è quella di spostare il coprifuoco alle 24, per cancellarlo del tutto solo il 21 giugno in coincidenza con l’abolizione in tutto il Paese (tranne che per eventuali zone rosse o arancioni, regionali o locali).
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Anche in bianco restano comunque vietati eventi di ogni tipo, al chiuso e all'aperto, che implichino assembramenti. Non sarà facile adottare una linea comune da presentare a Draghi, con paletti validi per tutti. Il problema è chiaro: se scoppiano focolai per da qualche parte, con gli spostamenti estivi è un attimo che il contagio venga esportato e si diffonda in altri territori. Certo rispetto a marzo, quando la Sardegna tornò in rosso nel giro di qualche settimana, oggi lo scenario epidemiologico è completamente diverso. Il ritorno dell’Isola in giallo, il 17 maggio scorso, avrebbe dovuto già farsi sentire sui bollettini Covid, che invece anche ieri hanno continuato a registrare dati confortanti su contagi e ospedalizzazini. Un risultato dovuto alla maggioranza dei cittadini che ha rispettato i lockdown e all'avanzamento della campagna vaccinale, perfino oltre i limiti.