Roma - Stop al richiamo con Astraznecea se, dopo la prima dose, si è avuta una trombosi. E la fortuna di sopravviverle. A molti potrebbe sembrare assurdo voler insistere, eppure si è resa necessaria una nota ufficiale dell’Aifa per sciogliere eventuali dubbi: il vaccino Vaxzevria è «controindicato nei soggetti che hanno presentato sindrome trombotica trombocitopenica (Tts) in seguito alla precedente vaccinazione» scrive l'Agenzia italiana del farmaco Aifa, fornendo «aggiornamenti sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia».
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«La Tts richiede una gestione clinica specializzata - sottolinea l'ente regolatorio nel comunicato spedito a medici e operatori sanitari -, gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad esempio, ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione». «I soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro 3 settimane dalla vaccinazione con Vaxzevria - si legge ancora nel testo - devono essere attivamente valutati per segni di trombosi. Allo stesso modo, i soggetti che presentino trombosi entro 3 settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia».
«Vaxzevria è indicato per l'immunizzazione attiva nella prevenzione del Covid in soggetti di età pari o superiore a 18 anni - conclude l'Aifa -. Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, è stata osservata molto raramente dopo la vaccinazione con Vaxzevria. Tale manifestazione include casi gravi che si presentano come trombosi venosa, anche in siti di insorgenza insoliti, come la trombosi cerebrale dei seni venosi e la trombosi venosa splancnica, nonché la trombosi arteriosa in concomitanza con la trombocitopenia. Alcuni casi hanno avuto un esito fatale. La maggior parte di questi casi si è verificata nelle prime 3 settimane successive alla vaccinazione e si è verificata soprattutto nelle donne di età inferiore ai 60 anni».