Ragusa - De Gregori e Venditti prima a Taormina e poi a Enna con Gianna Nannini. Alle Eolie Subsonica, Coma_ Cose, Fulminacci, Willie Peyote, Negrita, Colapesce e Dimartino. A Castellammare Levante, Mannoia e Biondi. Gigi D'Alessio a Mazara. Venuti, Gazzè, Bersani e Renga a Messina. E nel Ragusano? C’è solo Vinicio Capossela, il 10 agosto al Castello di Donnafugata. “L’unico comune che ha risposto all’appello è Ragusa: faccio Capossela grazie all’assessore Francesco Barone, che ha concesso un contributo all’evento e ora sta valutando altri concerti” ci dice Marcello Cannizzo, il più grande organizzatore di spettacoli della nostra provincia. Ha portato Pino Daniele nel 2004 in Piazza Libertà, in uno degli storici capodanni di quegli anni. In quelli più recenti: Fiorello e Mannarino nel 2015, Bob Synclair nel 2017; fino a Caparezza nel 2018, l’ultimo show allestito in piazza. Non parliamo di Franco Battiato: “Dopo la sua scomparsa, i concerti organizzati nel 2002 a Donnafugata e nel 2013 al Teatro 2000 sono diventati i miei ricordi più belli”. Solo per restare nel Ragusano, ovviamente Cannizzo non opera solo qui altrimenti non avrebbe mai potuto svolgere questo mestiere: sono suoi, ad esempio, i Manu Chao a Catania nel 2015.
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Insomma, non è proprio l’ultimo arrivato. Eppure anche quest’anno è tornato a mani quasi vuote dal suo giro tra i sindaci del territorio ibleo, per vedere se per caso c’era qualcuno che - oltre alla festa patronale - voleva investire qualcosina anche nella grande musica, portando band e cantautori di livello in città, vicino ai loro cittadini: “Nulla - afferma -, solo tante chiacchiere: non hanno somme per progetti di questo tipo, ma è anche un problema culturale. La verità è che chi striscia non inciampa: si preferisce non fare niente, per salvarsi da certe polemiche gratuite, che spesso nascono tra gli utenti sui social. C’è sempre qualcuno che si lamenta dei contributi erogati per un concerto anziché destinarli per ad altre cose, del biglietto che è a pagamento, degli spazi occupati: le amministrazioni preferiscono evitare di confrontarsi con queste sterili polemiche. Non hanno ancora capito il ritorno economico - continua Cannizzo -, una statistica della Camera di commercio di Firenze ha appena calcolato che per ogni euro speso per un evento, ne entrano almeno due. C’è poi tutto l’indotto che muove uno show, tra chi spende per mangiare o pernottare: lo spettacolo crea movimento, ma qui si preferisce andare avanti con la sagra del cannolo”.
Meno male che c’è Capossela, musicista e poeta tra i più colti e geniali della scena nazionale, da tempo legato a Scicli. L’unico, che quest’estate passerà da queste parti. Da solo ne vale una decina ma, indubbiamente, resta un po’ di delusione rispetto alla quantità di concerti in locandina nelle altre città e province siciliane. “Quest’anno in effetti ci sono diversi comuni che hanno stanziato fondi per lo spettacolo rispetto al solito: Enna, Messina ma anche piccoli, come Zafferana o Linguaglossa, che hanno capito che solo così possono avere anche loro grossi nomi”. Cannizzo ci congeda con un piccolo scoop. Il sogno nel cassetto a cui lavora da anni potrebbe realizzarsi tra il 2023 e il 2024, ma non sarà a Ragusa: “E’ un grande artista che già qualche anno fa, per una questione di location, non riuscii a portare al Teatro Antico di Taormina e si esibì a Pompei. Non voglio fare il nome per scaramanzia”. Ma le coordinate ce le ha date: basta cercare un secondo in Rete per capire di chi sta parlando. Per nomi di questo calibro, occorre muoversi con largo anticipo.